Leonidi, lo spettacolo è on-line

Una pioggia spettacolare di meteore illuminerà nei prossimi giorni il cielo. L’appuntamento è per il 17 e il 18 novembre prossimi, quando, nuvole permettendo, saranno visibili le Leonidi, gli stessi detriti celesti che nel 1883 seminarono il panico nella popolazione del Nord America, spaventata dalle migliaia di lampi che si succedevano nella volta celeste. Un fenomeno periodico che però quest’anno si annuncia in grande stile. Dopo la delusione dello scorso anno quando, a causa di previsioni sbagliate, non si riuscì a osservare il fenomeno al suo apice, questa volta gli appassionati si sono organizzati per non perdere neanche un minuto dell’evento spettacolare. Così chi non potrà seguire la cascata luminosa dal vivo, potrà infatti connettersi ai siti Internet creati per l’occasione: gli astrofili giapponesi del “Live! Eclipse Executive Committee” (http://www.live-leonids.org), hanno aperto una pagina web nella quale sarà possibile godersi le immagini provenienti da quattro osservatori dislocati in Sicilia (http://www.ct.astro.it), in Nevada, nelle Hawaii (http://www.gemini.edu/science/ltc/obs_home.htm) e in Giappone.

Il sito si collegherà a turno con i quattro osservatori durante la due giorni: inizierà con quello italiano il 16 novembre a mezzanotte (ora italiana), e terminerà con quello nipponico alle 16 del 18. Chi volesse osservare il fenomeno via Internet deve necessariamente aver installato sul proprio computer uno dei seguenti programmi: Real Player 5/G2, Windows Media Player, Quicktime 4 o altri software simili. Un’idea analoga è venuta anche ai ricercatori della Aerospace Corporation (http://www.leonidstorm.com) di Los Angeles, che seguirà l’evento da vari osservatori con intervalli di 15 minuti. Per poter assistere all’evento sarà sufficiente registrarsi.

All’origine dello spettacolo delle Leonidi è la cometa Temple-Tuttle, scoperta tra il 1865 e il 1866 dagli astronomi Ernst Temple e Horace Tuttle. Ogni 33 anni l’astro passa nelle prossimità del Sole, subendo così un forte riscaldamento che produce un suo parziale sgretolamento, la famosa coda della cometa. Il 28 febbraio dello scorso anno Temple-Tuttle ha raggiunto il suo perielio, il punto di minor distanza dal Sole, lasciando dietro di sé una scia di detriti: resti incandescenti con cui il 17 novembre l’atmosfera della Terra entrerà in contatto. L’ultimo incrocio di questo genere è stato registrato nel 1966, quindi quest’anno dovrebbe essere proprio la volta buona per poter osservare quello che gli astronomi chiamano un evento storico, un diluvio cosmico. Ma la Terra non sarà il solo corpo celeste ad attraversare lo sciame della cometa. Anche la Luna, infatti, ci farà compagnia. Le meteore però si comporteranno in maniera differente sul satellite: l’assenza di atmosfera consentirà loro di colpire il suolo lunare con grande forza. Una vera tempesta visibile anche dalla Terra: basterà puntare i telescopi sulla parte non illuminata, ben il 35 per cento della superficie lunare.

La pioggia di Leonidi, oltre a essere uno spettacolo suggestivo per appassionati e non, sarà anche un’occasione per gli astronomi per studiare da vicino la composizione chimica dei detriti spaziali. A questo scopo la Nasa (http://www.nasa.gov) ha previsto il lancio di un pallone-sonda. Sospeso a 32 chilometri dalla superficie terrestre riuscirà sia catturare immagini delle meteore grazie a una videocamera molto sensibile, sia a registrarne il rumore. Già perché lungo la rotta delle meteoriti si scatenano anche delle emissioni radio. L’idea di installare un ricevitore di segnali radio sul pallone è venuta a un astronomo italiano, Flavio Gori, e alla Nasa hanno deciso di battezzare il dispositivo come la figlia dello scienziato nostrano, Marina. Così gli spettatori via Internet potranno assistere a uno spettacolo in piena regola, video e audio. Ma la parte scientificamente più rilevante della spedizione Nasa è legata al dispositivo di cattura dei detriti. Come mosche sulla carta adesiva le meteoriti si appiccicheranno agli schermi di xerogel – materiale acrilico a bassa densità – montati sul pallone, saranno riportati a terra e potranno essere comodamente studiati dagli scienziati.

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