Se l’inquinamento gioca in casa

Le città del nord Europa possono vantare un’aria generalmente assai più salubre di quelle meridionali. Non per questo, però, i loro cittadini devono considerarsi al riparo dai gravi rischi alla salute provocati dall’inquinamento delle automobili. Sotto accusa, infatti, c’è l’ambiente domestico, in particolare i materiali utilizzati nell’arredamento delle loro case che trattengono e fanno ristagnare i gas velenosi all’interno delle abitazioni. Lo rivela uno studio italiano condotto dall’équipe della Fondazione Salvatore Maugeri-Irccs (http://www.fsm.it), i cui risultati vengono pubblicati questa settimana su Nature.

Per un intero anno i ricercatori hanno monitorato la concentrazione di benzene in sei città europee: Anversa, Copenaghen, Rouen, Murcia, Padova e Atene. In ogni centro urbano sono stati distribuiti punti di campionamento in diverse zone, in modo da ottenere un quadro completo sia delle aree più aperte, come piazze, giardini o strade defilate, sia dei cosiddetti “punti caldi” (incroci e strade a traffico intenso o rallentato), sia, infine, delle zone periferiche a traffico scarso o molto scorrevole. Allo stesso tempo, sono stati eseguiti campionamenti individuali della stessa durata su cinquanta volontari scelti tra i soggetti più esposti all’inquinamento, come vigili urbani, postini, addetti alla pulizia delle strade, e meno esposti, per esempio studenti, insegnanti e impiegati.

I dati hanno rivelato una concentrazione di benzene molto più bassa nelle città del nord Europa rispetto a quelle meridionali, con variazioni anche molto notevoli: a Copenaghen la percentuale di benzene nell’aria è addirittura sette volte inferiore rispetto ad Atene. Secondo gli esperti questa oscillazione va attribuita alle differenti condizioni meteorologiche tra i paesi europei. Inoltre, durante il periodo di rilevamento, si è registrata una diminuzione dell’inquinamento in corrispondenza dell’aumento della velocità del vento. E da questo punto di vista, le città del nord Europa sono decisamente favorite, dato che sono sottoposte al frequente passaggio delle perturbazioni atlantiche che impediscono il ristagno dell’aria inquinata. Non va altrettanto bene alle città del bacino mediterraneo, esposte a una ventilazione minore a causa del clima più sereno e della persistenza di condizioni anticicloniche.

Ma la sorpresa è arrivata confrontando i dati relativi all’inquinamento urbano con quelli sull’esposizione delle persone e sull’inquinamento domestico. Infatti, è emerso un quadro che presenta una situazione addirittura capovolta. Lo spiega chiaramente Vincenzo Cocleo, coordinatore della ricerca: “Il rapporto fra la concentrazione media di benzene tra la città più inquinata e quella più salubre è 6,7. Ma se si considera l’inquinamento personale questo dato scende a 3,6 e addirittura a 2,7 nel caso di quello domestico”.

Non solo. Bisogna considerare anche che l’inquinamento esterno incide sulla salute dei cittadini per una piccola percentuale. Dall’analisi sulle schede dei volontari che hanno partecipato alla ricerca, infatti, emerge che quasi l’80 per cento dell’intera giornata viene trascorso in ambienti chiusi: a casa, a scuola, in ufficio, o in altri luoghi pubblici. Perché le abitudini sedentarie e i ritmi di vita frenetici riducono al minimo il tempo trascorso all’aria aperta, che spesso si limita a quello necessario per spostarsi da una parte all’altra della città. Insomma, da un punto di vista quantitativo, il contributo dell’inquinamento interno è assai rilevante.

Per spiegare il maggior inquinamento delle abitazioni del nord Europa i ricercatori avanzano un’ipotesi piuttosto convincente che mette in relazione la qualità dell’aria all’interno delle case con i materiali utilizzati per l’arredamento. “La casa si comporta esattamente come una spugna”, spiega Cocheo, ” immagazzinando e assorbendo l’inquinamento esterno nelle pareti, nei pavimenti, nei mobili e nei suppellettili vari”. In questo senso le città settentrionali sono più penalizzate, perché il loro arredamento tipico che usa moquette, linoleum e rivestimenti in legno favorisce l’assorbimento del benzene. E’ migliore la situazione delle città meridionali, nelle quali sono più diffusi materiali come la ceramica, il marmo e la muratura nuda che non trattengono i gas inquinanti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here