Geostar, il laboratorio degli abissi

Da circa una settimana Geostar è adagiata a duemila metri di profondità su un fondale a sud dell’isola di Ustica. Dopo un periodo di ambientazione, per la sonda è ora venuto il momento di iniziare a lavorare. Fra qualche giorno il robot inizierà infatti a inviare in superficie le sue informazioni su eventi sismici, campi magnetici, “rumori”, salinità, inquinamento delle acque e così via. Per Giuseppe Smiriglio e Paolo Favali, i due ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) che hanno ideato e coordinato il progetto, si tratta di un momento emozionante. Perché è vero che questi sono gli anni dei satelliti e dell’esplorazione spaziale. Ma alcuni dei misteri ancora da svelare rimangono sulla Terra, nelle profondità degli abissi marini. Ecco allora l’idea di Geostar (Geophysical and Oceanographic Station for Abyssal Research), un vero e proprio laboratorio multidisciplinare automatizzato, in grado di immergersi a grandi profondità e di restare sul fondo per lunghi periodi di tempo.

“L’avventura di Geostar è iniziata sei anni fa”, racconta Smiriglio. Dopo aver ottenuto dieci miliardi di finanziamenti dall’Unione europea e ottocento milioni dal ministero dell’Università e della ricerca scientifica, nel 1998 si eseguì il primo test nelle acque dell’Adriatico. “Lo scorso anno”, ricorda il ricercatore, “durante un workshop al Centro “Ettore Majorana” di Erice, ci siamo resi conto che il nostro progetto era tra i più avanzati. Questo ci ha spinto a lavorare ancora più sodo per rispettare le scadenze”. E così è stato: la scorsa settimana Geostar ha iniziato la sua missione, la prima di una stazione multidisciplinare subacquea su scala mondiale”.

L’ubicazione a sud di Ustica non è una scelta casuale. “Si tratta di un punto nevralgico al confine fra la placca continentale africana e quella euroasiatica ed è di importanza fondamentale capire la geodinamica di quell’area”, spiega Giuseppe Etiope, ricercatore dell’Ingv e membro dello staff di Geostar. Una stazione di rilevamento subacquea è indispensabile perché attualmente la rete sismica del nostro paese è in grado di monitorare solo la terra ferma.

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