L’ultima lettera di Évariste Galois

Évariste Galois
Scritti matematici
Bollati Boringhieri, 2000
pp. 100, £ 30.000

Un documento che rappresenta l’origine di tutta l’algebra moderna. È la lettera che Évariste Galois, matematico francese vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, scrisse al suo amico Auguste Chevalier. Era il 1832 ed Évariste, sicuro di morire il giorno dopo in un misterioso duello, descrive, in più di cento pagine, la maggior parte delle teorie che aveva elaborato nella sua intera vita. Tra cui lo studio della risolubilità per radicali delle equazioni, quella che oggi si chiama appunto “teoria di Galois”, e dalla quale sono nati i concetti algebrici fondamentali di gruppo e di campo. Solo alla fine del secolo si arrivò a comprendere tale teoria e a dimostrare gran parte dei teoremi che lo scienziato scrisse in quella fatidica notte.

Questo e altri testi dello scienziato sono ora raccolti in “Scritti matematici” di Évariste Galois, edito dalla Bollati Boringhieri, a cura di Laura Toti Rigatelli. La vicenda tragica e quasi romantica della sua morte e della stesura del suo ultimo lavoro pone Galois tra le figure leggendarie della scienza moderna: matematico geniale e sfortunato, Évariste nacque in Francia nel 1811, in un piccolo centro vicino Parigi. E morì nel 1832, in un misterioso combattimento da cui aveva la certezza di uscire sconfitto. Per questo, la notte prima di essere ucciso il giovane scienziato scrisse la lettera all’amico Chevalier. Figura emblematica per il suo carattere forte, Galois non si interessò di matematica fino a quando, a quindici anni, gli capitò tra le mani il testo di geometria di Legendre. “Quest’ultimo destò in Galois un’impressione profonda”, si legge nell’introduzione al libro. Si narra, ma forse si tratta di una leggenda, che “il testo di Legendre, previsto dall’autore per due anni di lavoro, fu letto da Évariste in soli due giorni ed ebbe per lui il fascino di un romanzo di avventure”. Libertario e antiautoritario, finì due volte in carcere, a causa del suo profondo impegno politico e sociale, che lo portò a sposare la causa repubblicana e rivoluzionaria.

La carriera matematica di Évariste Galois non cominciò certo nel modo migliore: fu respinto agli esami di accesso alla École Polytechnique, la scuola più prestigiosa di Francia; fu invece accettato alla École Normale, per esserne poi espulso a causa del suo impegno politico. Anche se per una strana serie di coincidenze non riuscì a ottenere alcun riconoscimento in vita (scienziati e commissari dell’Accademia delle Scienze sembravano smarrire ogni lavoro Galois spedisse loro), il matematico era tenuto in alta considerazione da molti luminari, quali Gauss, Jacobi, e Cauchy.

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