Figli di una supernova

L’ipotesi che sia l’esplosione di una supernova a sprigionare i “Gamma ray burst” (Grb), le emissioni di energia più intense dell’Universo, è stata confermata da due studi italiani pubblicati su Science. In un articolo, Luigi Piro, dell’Istituto di Astrofisica Spaziale del Cnr di Roma, ha riportato i risultati ottenuti utilizzando l’osservatorio americano Chandra X-Ray per studiare gli spettri di raggi X emessi il 16 dicembre 1999. In un altro studio, Filippo Frontera, dell’Università di Ferrara, riferisce invece sui rilevamenti del satellite BeppoSAX, che hanno permesso di misurare gli spettri emessi durante i primi secondi di un’esplosione del 5 luglio 1999. Le conclusioni delle due ricerche concordano: le emissioni, man mano che il fronte delle esplosioni si espandeva, hanno attraversato una vicina nube di gas ricca di ferro. Un chiaro indizio, questo, del collasso di una supernova. La spiegazione più semplice di queste osservazioni, hanno suggerito Piro e colleghi, è che una supernova abbia espulso la nube poco prima dello scoppio di raggi gamma. Entrambi le esplosioni osservate avrebbero dunque attraversato il residuo galattico dello scoppio stellare, avvenuto poco tempo prima dell’evento che ha scatenato i Grb. “Non possiamo ancora escludere altre ipotesi, ma questa è la più semplice e la più conforme ai nostri risultati” ha affermato Frontera. (f.n.)

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