I semi del futuro

Sergio Maria Francardo
I semi del futuro
Edilibri, 2001
pp. 175, £ 22000

“Il tema di fondo del libro è che la scienza non dovrebbe solo constatare gli effetti di ciò che produce tramite le sue applicazioni tecniche ma anche cercare di prevederli – nel senso di vederli prima”. Con queste parole Sergio Maria Francardo introduce il suo “I semi del futuro. Riflessioni di un medico sui cibi transgenici”. La frase si riferisce in particolare al discorso sulla mucca pazza. A questo proposito, l’autore cita le parole del filosofo Steiner, padre dell’agricoltura biodinamica, che in una conferenza del 1923, aveva previsto le conseguenze della trasformazione degli animali erbivori in carnivori. Nell’intervento di Steiner, il bue nutrito con la carne veniva paragonato a una fabbrica in piena attività, in cui però non si produce nulla. Il risultato? Uno spreco di energie enormi nel caso della fabbrica, la pazzia nel caso dell’animale.

E Francardo usa questa citazione per sottolineare che al di là del linguaggio adeguato alle conoscenze scientifiche dell’epoca, ciò che rimane valido del discorso di Steiner è il modo di affrontare la questione: l’allevamento, l’agricoltura, la medicina non possono trascurare il contesto in cui operano, per servire le logiche della produzione. “L’errore è stato considerare la mucca, la vacca, il bue come bioreattori, cioè produttori di sostanze come il latte, la carne, senza considerare che sono esseri viventi”, ha raccontato Francardo.

Oltre al tema dello sfruttamento industriale degli animali il libro parla anche di manipolazione genetica e alimenti transgenici, raccogliendo le risposte alle domande che Francardo riceve quotidianamente dai suoi pazienti. E partendo dalla convinzione che una sana nutrizione è il primo passo per la prevenzione delle malattie. Il titolo del primo capitolo non a caso è “Etica e saggezza nell’alimentazione”. L’autore infatti ritiene che ogni persona debba essere in grado di esprimere un’opinione sul tema del rapporto tra scienza, tecnologie e natura, e che le decisioni non spettino soltanto agli specialisti del settore. Per poter parlare è però indispensabile essere informati.

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