Traffico di petroliere sotto accusa

Sono colpevoli dell’inquinamento da petrolio dei mari più dei disastri ambientali. Si tratta delle operazioni di routine delle petroliere messe sotto accusa dal dossier congiunto di Wwf e Legambiente. Il rapporto è stato presentato a Genova nel corso di una due giorni sui traffici marittimi del Mediterraneo a dieci anni dall’affondamento della petroliera Haven. Questo disastro, insieme a quello di Cavo Cambanos e di Sea Spirit, rappresenta i tre quarti di tutti gli sversamenti di petrolio dovuti a collisioni, per un totale di 550 mila tonnellate di idrocarburi. Tuttavia, secondo il rapporto, la maggior parte dell’inquinamento da petrolio nel nostro mare sarebbe dovuta alle operazioni di routine delle petroliere: carico e scarico, bunkeraggio e altri lavori “normali”, a cui sono attribuiti dall’80 al 95 per cento della dispersione in mare di idrocarburi. Nel Mediterraneo transita più del venti per cento del traffico mondiale di petrolio. Circa 360 milioni di tonnellate l’anno, che lo posizionano al primo posto nella classifica dei mari con la più alta concentrazione di catrame sul fondale. Su ogni metro cubo d’acqua infatti ce ne sarebbero 38 milligrammi. (r.p)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here