Alla scoperta dell’uomo più antico

Una mutazione genetica del cromosoma Y presente in alcune popolazioni etiopi e nei Khoisan che vivono in Sudafrica contiene alcune tracce delle prime popolazioni vissute sulla terra. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Università di Standford coordinato da Peter Underhill. “Tra queste popolazioni ci potrebbero essere i discendenti degli ominidi che abitarono alcune regioni dell’Africa orientale durante il Paleolitico”, ha spiegato il biologo americano. Lo studio pubblicato sul numero di dicembre dell’American Journal of Human Genetics contraddice in parte una precedente ricerca condotta dal gruppo di Douglas Wallace della Emory University. Gli scienziati, analizzando il Dna mitocondriale, che si eredita dalla madre, avevano suggerito che le popolazioni più antiche erano i Vasileka Kung che abitano nel deserto del Kalahari in Sudafrica e i pigmei Biaka dell’Africa centrale. La contraddizione però non deve sorprendere. A differenza della maggior parte del patrimonio genetico umano che si mescola di generazione in generazione, i due gruppi di ricerca hanno analizzato quei segmenti di Dna che sono rimasti immutati, fatta eccezione per le trasformazioni provocate da radiazioni o errori di copiatura. Grazie a queste informazioni hanno quindi potuto ricostruire la maggior parte del nostro albero genealogico. Tuttavia ancora oggi esistono dei tasselli mancanti. (p.c.)

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