Sotto accusa la mosca cavallina

Le mosche cavalline potrebbero aver trasmesso all’uomo il virus dell’Hiv. E’ l’ipotesi di alcuni scienziati tedeschi, pubblicata da New Scientist, che vedono in questi insetti una possibile fonte di trasmissione del virus e un potenziale pericolo. Finora l’origine dell’Hiv è stata associata agli scimpanzé che, nella prima metà del XX secolo, avrebbero infettato le ferite dei cacciatori nell’Africa centrale. Molte specie di insetti, a partire dalla zanzara, non erano state prese in considerazione poiché utilizzano due condotti diversi: uno per succhiare il sangue, l’altro per iniettare la loro saliva. E quindi non possono trasmettere il virus. Ma le mosche cavalline sembrano essere un’eccezione: quando succhiano il sangue, rigurgitano parte del sangue attinto da ferite precedenti, e, a differenza di altri insetti, non lo digeriscono prima. Questa teoria non piace a Beatrice Hahn, la prima ricercatrice a documentare infezioni da Hiv negli scimpanzé, che sostiene che questa ipotesi dovrebbe essere confermata da ulteriori ricerche. Della stessa opinione è anche David Mabey della London School of Hygiene and Tropical Medicine: “Questa teoria distoglie l’attenzione dal problema principale: nel 90 per cento dei casi, l’Aids è trasmesso attraverso rapporti sessuali non protetti o dalla madre al feto. Il messaggio dovrebbe essere di praticare il sesso sicuro, non di preoccuparsi delle mosche”. (a.ca.)

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