Etichette trasparenti per legge

L’Europa potrebbe diventare, una volta di più, la patria del consumo consapevole. Assicurare la libertà di scelta più ampia possibile al consumatore è infatti il senso dei due regolamenti (A5-0225/2002 e A5-0229/2002) approvati in prima lettura mercoledì 3 luglio dall’Europarlamento. Oggetto: l’etichettatura e la brevettabilità di alimenti e prodotti contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm). Ecco dunque una risposta concreta alle esigenze del 94 per cento dei cittadini dell’Unione che, secondo l’ultimo sondaggio in materia (l’Eurobarometro 2001) vuole poter scegliere se comprare o meno prodotti contenenti Ogm. L’assemblea di Strasburgo non ha tradito queste aspettative approvando due provvedimenti tra loro collegati: uno riguarda l’immissione sul mercato di alimenti Ogm, sia nel settore dell’alimentazione umana sia in quello dei mangimi animali, l’altro regola l’etichettatura e la tracciabilità del prodotto finale.I punti qualificanti di queste nuove proposte sono essenzialmente due: l’abbassamento dall’1 allo 0,5 per cento della presenza accidentale o non autorizzata di Ogm negli alimenti e la possibilità di ricostruire l’intero processo produttivo. Saranno quindi segnalati nell’etichetta tutti quei prodotti alimentari “contenenti, costituiti e derivati da Ogm”, a prescindere dal momento in cui questi sono stati utilizzati: all’origine, durante la lavorazione o nel prodotto finale. La Commissione aveva esteso questi obblighi anche a prodotti ottenuti da animali alimentati con mangimi transgenici e ai prodotti ottenuti con l’ausilio di Ogm, per esempio i formaggi, ma queste posizioni sono state respinte.Il nuovo regolamento mette d’accordo quasi tutti. Se Luca Colombo, responsabile nazionale di Greenpeace per la campagna sugli Ogm, lo ha definito “la normativa più avanzata al mondo, un regolamento che va incontro alle nostre richieste”. Gli fa eco Guido Sacconi (Pse), membro della Commissione Ambiente dell’Europarlamento, per il quale “il senso di tutti questi provvedimenti è di realizzare in concreto il principio di precauzione, rendendo possibile in Europa una filiera alimentare trasparente e un’agricoltura virtualmente priva di Ogm”. Anche Leonardo Vingiani, direttore generale di Assobiotec, giudica la regolamentazione europea “ampia, profonda e di garanzia, un grande avanzamento verso la scelta e la trasparenza nei confronti del consumatore finale”. Proprio gli industriali però sottolineano i rischi di un innalzamento dei costi, per l’industria alimentare più che per quella biotecnologica. La sensazione complessiva, almeno in Italia, è che un quadro normativo certo e condiviso ponga fine all’incertezza attuale, fornendo a tutti gli attori, dai produttori ai consumatori, ampie possibilità di scelta. Più allarmistica invece Europa Bio, l’associazione che rappresenta le industrie biotecnologiche a livello europeo, che in un documento ha affermato che “le nuove regole potrebbero eliminare la scelta del consumatore, ridurre le opzioni per un’agricoltura sostenibile e distruggere il commercio con i paesi esterni all’Unione.” E ha giudicato irrealistica e tecnicamente insostenibile la soglia dello 0,5 per cento per la segnalazione degli Ogm nelle etichette.I tempi previsti per l’entrata in vigore del regolamento sono comunque lunghi: si parla del 2003. Inoltre, i provvedimenti dovranno essere valutati dalla Commissione dei ministri dell’ambiente dei governi dell’Unione e dal Consiglio dei consumatori. Se queste commissioni dovessero cambiarne il senso, si ricorrerà a una seconda lettura da parte dell’Europarlamento. Ma una volta approvato, il “regolamento sugli Ogm” non dovrà essere recepito dalle leggi nazionali ed entrerà in vigore immediatamente su tutto il territorio europeo. “Fino a quel momento”, conclude Sacconi, “la moratoria europea sugli organismi geneticamente modificati dovrebbe rimanere in vigore, anche se non è mai stata decisa in modo formale”.

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