Il chip che cerca la vita

Un laboratorio in miniatura capace di individuare le impronte digitali della vita. È l’apparato messo a punto da un team di ricercatori della Berkeley University, che verrà utilizzato nella missione della Nasa verso Marte prevista per il 2009. Come spiega su Nature Alison Skelley, l’apparato è ideato per l’analisi degli aminoacidi, i mattoni del Dna. In natura essi si presentano in due possibili forme, l’una immagine speculare dell’altra, e le naturali reazioni chimiche producono un numero equivalente di essi: una metà della specie levogira, l’altra della specie destrogira. Nelle cellule viventi sono reperibili unicamente aminoacidi levogiri, dunque la presenza di essi sulla terra è imputabile principalmente a processi organici. Se anche su Marte si trovassero aminoacidi prevalentemente levogiri, questo testimonierebbe la presenza passata di vita. Il microlaboratorio, una volta su Marte, sarà in grado di prelevare un grammo di terreno, farlo evaporare a 500 °C e far condensare su uno schermo fotosensibile solo gli aminoacidi. Dopo ciò, eseguirà una vera e propria separazione chimica tra le due specie possibili, contandole e valutandone così il rapporto. Lo strumento è mille volte più sensibile dei precedenti, ed è contenuto in una piastrina di 10 cm di diametro per 4 mm di spessore. (m.zi.)

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