Alla conta dei pesci

Le riserve di pesce nell’oceano si stanno davvero esaurendo? A togliere ogni dubbio, ci hanno pensato alcuni ricercatori del Massachussets Institute of Technology che hanno messo a punto una nuova tecnologia per censire le popolazioni ittiche in maniera molto più accurata rispetto al passato Si tratta di un sistema di sensori che è in grado di rilevare a fondo il numero di pesci presenti in un’area oceanica pari a diecimila chilometri quadrati, un enorme passo in avanti rispetto al sistema attuale che analizza soltanto cento metri quadri alla volta. “Saremo in grado di osservare per la prima volta le forme che assumono gli enormi banchi di pesce” ha dichiarato Nicholas Makris, docente di Ingegneria Meccanica, responsabile del progetto, e tra gli autori dello studio pubblicato su Science. I metodi di censimento attuali si basano su osservazioni localizzate condotte da alcune navi di ricerca attraverso l’utilizzo dei sonar. In realtà anche la nuova tecnologia sfrutta il meccanismo del sonar, ovvero la riflessione dei segnali sonori, ma la differenza principale sta nel fatto che i nuovi sensori irradiano onde a bassa frequenza, che permettono di raggiungere maggiori distanze e di “illuminare” un’area dell’oceano circa un milione di volte più ampia. In più le immagini possono essere aggiornate ogni minuto e utilizzate per analizzare anche il profilo e le anomalie dei fondali marini. Le prime osservazioni compiute a largo di New York hanno già dato i loro risultati rivelando che i banchi di pesce, indipendentemente dalla loro grandezza, assumono molto spesso una forma “a clessidra”, un comportamento che adottano molti altre popolazioni di animali, non soltanto marini. (s.m.)

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