L’antitumorale che è nel cavolo

I ricercatori dell’Università di Georgetown di Washington ne sono convinti: mangiare verdura fa bene e può prevenire il rischio di tumore, grazie a due sostanze, l’indolo-3-carbinolo (IC3) contenuto nei broccoli e cavolfiori, e il genistene, presente in grandi quantità nella soia. Come descritto nella ricerca pubblicata sul British Journal of Cancer, questi composti, a contatto con le cellule, sono in grado di aumentare l’attività di due geni, Brca1 e Brca2, coinvolti nell’integrità genetica e cioè in grado di individuare danni al Dna e indurre una risposta cellulare per ripararli. Mutazioni in uno di questi geni sembrano infatti essere correlate all’insorgenza di cancro alle ovaie, seno e prostata, in quanto le cellule non sono più in grado di prevenire e rimuovere eventuali danni al codice genetico. Quello che manca da scoprire è come i componenti chimici contenuti negli alimenti agiscano a livello molecolare, influenzando così l’azione dei geni che bloccano il cancro. La ricerca conferma un dato supportato già da molti studi. Tuttavia, un lavoro della Harvard University durato otto anni e appena pubblicato sul Journal of the American Medical Association è giunto a conclusioni discordanti. La sperimentazione, condotta su sole donne in età avanzata, mirava a verificare se una dieta ricca in vegetali e frutta fosse efficace nel contrastare l’insorgenza del tumore al seno, ma non ha portato a effetti statisticamente significativi. La causa, secondo gli stessi scienziati, potrebbe sembra essere stata la difficoltà delle volontarie di mantenere un regime alimentare ipocalorico e dai limitati tempi di osservazione. Inoltre, è possibile un’influenza dell’età. Per questo, è attualmente in corso in Canada uno studio analogo condotto su donne più giovani. (e.m.)

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