Golgi, l’architetto del cervello

A conclusione delle celebrazioni dei cento anni del primo Nobel italiano per la medicina, dal 9 settembre al 19 dicembre 2006 Pavia ospita la mostra Golgi, architetto del cervello: una esposizione dove, come avviene già da qualche anno nei musei scientifici, è vietato non toccare.

Ideata e progetta dall’Università di Pavia, in collaborazione con la Fondazione Golgi e l’Università di Brescia, l’esposizione è stata allestita in un nuovo edificio nell’area universitaria Cravino, polo scientifico dell’Ateneo. A guidare il pubblico saranno gli studenti delle scuole superiori di Pavia.

Qualche esempio? Una ricostruzione tridimensionale del cervello si illumina mostrando i primi istanti di un risveglio e le aree deputate alla coscienza, ai sensi, alle azioni e alle emozioni. Sempre per la localizzazione delle zone sulla corteccia cerebrale, una marionetta virtuale simula i movimenti provocati dalla stimolazione selettiva. Ancora, si può sperimentare la memoria olfattiva, bizzarri fenomeni percettivi come le illusioni ottiche e ripercorrere il cammino del suono dentro l’orecchio fino all’elaborazione del segnale elettrico nel cervello.

La mostra, articolata in tre sezioni che si intrecciano con un percorso biografico, si apre con un focus dedicato alle relazioni tra le ricerche di Golgi in campo neurologico e i più recenti sviluppi delle neuroscienze, per continuare con i contributi dello scienziato alla lotta contro la malaria.

La terza parte è incentrata sulle più importanti scoperte scientifiche nel campo della biologia cellulare. Il percorso biografico termina, invece, con i nomi e le scoperte delle maggiori personalità della biologia italiana tra Ottocento e Novecento provenienti dalla scuola golgiana: da Emilio Veratti ad Adelchi Negri, Aldo Perroncito, Antonio Carini e Battista Grassi, che individuò la zanzara Anopheles come vettore della malaria. In evidenza anche i rapporti con il mondo scientifico internazionale: spiccano i nomi di Albert von Koelliker, padre dell’istologia nell’Ottocento, e Fridtjof Nansen, zoologo, esploratore polare e Nobel per la pace nel 1922.

In esposizione anche preparati anatomici della scuola pavese della fine del Settecento, strumenti antichi e documenti originali. Si può osservare la struttura della cellule, la morfologia dei neuroni di parti diverse dell’encefalo e del midollo spinale e i microrganismi portatori di alcune gravi malattie.

I curatori della mostra hanno voluto mettere in luce anche il ruolo centrale delle università negli anni a cavallo dell’Unità d’Italia e la figura di un uomo convinto che la conoscenza fosse il risultato di un lavoro lungo e meticoloso, che procede a piccoli passi, guardando al futuro: “Vorrei che chi mette mano al timone dell’aratro della scienza evitasse di volgersi indietro a guardare il solco, ma tenesse fisso il suo sguardo verso l’orizzonte che gli sta davanti, solo preoccupandosi di spingere lontano lontano, all’infinito, la sua opera volta a restringere sempre più i confini dell’ignoto” (Pavia 1914).

Molte le conferenze e le iniziative per le celebrazioni golgiane organizzate nel corso dell’anno in tutta Italia.Tra le più importanti, l’inaugurazione del museo “Camillo Golgi” lo scorso giugno a Corteno Golgi (paese natale dello scienziato, che in suo onore nel 1956 ne assunse la denominazione). Sempre nel comprensorio Corteno–Aprica è in fase di realizzazione un percorso escursionistico con una serie di pannelli storiografici sull’ambiente e sulla vita di Golgi. È in corso, inoltre, la catalogazione informatica dei documenti golgiani conservati presso il Museo per la Storia dell’Università di Pavia e il Dipartimento di Medicina Sperimentale, affiancata da diverse iniziative editoriali, tra cui la ristampa di alcuni scritti.

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