Dmf, meglio dell’etanolo

Chi pensa che i biocarburanti non potranno mai sostituire il petrolio, almeno quanto a efficenza, forse dovrà presto ricredersi. Nature ha infatti pubblicato uno studio che illustra il procedimento per trasformare lo zucchero derivato da biomasse nel 2,3 dimetilfurano (Dmf), un carburante liquido con una densità di energia superiore del 40 per cento rispetto all’etanolo, l’unico biocarburante attualmente utilizzato su larga scala.

Il processo è stato elaborato dal gruppo di ricerca guidato da James Dumesic, ingegnere chimico e biologico dell’Università del Wisconsin-Madison (Usa). Oltre a sviluppare una maggiore energia, il Dmf non presenta tutta una serie di difetti che sono invece tipici del bioetanolo: non assorbe l’acqua dell’atmosfera e quindi non può essere contaminato, è stabile e facile da immagazzinare e, nella fase di vaporizzazione della sua produzione, consuma solo un terzo dell’energia necessaria per produrre  il bioetanolo.

Nel 2006 Dumesic e colleghi avevano sviluppato un processo per ottenere l’idrossimetilfurfurale (Hmf) dallo zucchero. I ricercatori sono ora riusciti a implementare il processo, trasformando l’Hmf in Dmf. Il fruttosio viene inizialmente convertito in Hmf, mediante una catalisi acida su rame-rutenio e in presenza di un solvente con basso punto di ebollizione. Il solvente separa l’Hmf dall’acqua, mentre l’addizione di sale ne aumenta la quantità estraibile e impedisce la formazione di impurità e la conversione rimuove due atomi di ossigeno dal composto, abbassando la temperatura di ebollizione.

Lo studio dimostra che è possibile produrre biocarburanti energeticamente comparabili al petrolio, anche se gli scienziati ritengono che siano necessari ulteriori studi prima che questa tecnologia possa essere commercializzata. Non solo per la produzione del biocarburante, ma anche per stimare l’eventuale impatto sull’ambiente, non ancora accuratamente testato. (t.m.)

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