La vedova nera che filato usa per la sua tela? I segreti della dragline

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I biologi della University of California, Riverside, hanno identificato i geni e determinato l’intera sequenza di Dna di due proteine chiave nella cosiddetta “tela di seta dragline” della vedova nera: una scoperta che potrebbe portare alla realizzazione di diversi nuovi materiali per usi industriali, medici e militari.

La super seta della vedova nera

La seta dei ragni possiede proprietà meccaniche migliori di ogni altra fibra naturale conosciuta. La cosiddetta tela dragline è uno dei sette tipi di seta prodotte da ogni singolo ragno, ed è usata per costruire le “fondamenta” della ragnatela e per sopportare il peso del ragno mentre si muove. Quella della vedova nera, in particolare, è superiore a quella delle altre specie per resistenza ed elasticità, e permette al filo di assorbire enormi quantità di energia. Queste straordinarie qualità, se riprodotte sinteticamente, potrebbero rendere il materiale ideale per le applicazioni più diverse, come giubbetti antiproiettile leggeri e resistenti, componenti mediche o abbigliamento sportivo high-tech.

Due le proteine chiave

I ricercatori – guidati da Cheryl Hayashi, professore associato di biologia dell’ateneo Usa – descrivono sull’edizione online del giornale PLoS ONE (pubblicato dal Public Library of Science) il lavoro di identificazione dei geni che codificano le due proteine chiave, chiamate MaSp1 e MaSp2, e la sequenza completa del Dna. Informazioni che permetteranno di produrre sinteticamente le proteine inserendo la sequenza genetica in organismi ospiti come batteri, piante o animali e ottenere fibre di seta con le stesse notevoli proprietà di quelle filate da un ragno.  Attualmente sul mercato “non esiste ancora nulla di efficace come la seta naturale, ma grazie alla ‘ricetta’ genetica completa che abbiamo ottenuto ora vogliamo ottenerne una artificiale”, sostiene Hayashi. (m.r.)

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