L’apparenza non inganna

Ai due versanti di un monte ci si evolve in modi diversi. Affermazione vera almeno per i batteri, stando a quanto Johannes Sikorski e colleghi della German Resource Centre for Biological Material (Dsmz) riportano sul numero di agosto di Microbiology. E a cambiare è – tra i caratteri visibili – la membrana esterna.

Il “vestito” di questi organismi (formati da una sola cellula) si è infatti modificato nel processo di adattamento alle temperature, visto che i due versanti sono esposti alla luce in modo completamente diverso (il lato che guarda verso sud riceve otto volte le radiazioni solari del versante esposto a nord).

I ricercatori hanno studiato 131 ceppi di Bacillus simplex all’interno del progetto Evolution Canyon. I risultati mostrano che i microrganismi rispondono alla temperatura alterando, in modo permanente, la composizione dell’acido grasso della membrana: i batteri “africani” prelevati dalle inclinazioni più esposte alla luce presentano acidi grassi capaci di tollerare il calore, mentre i ceppi “europei” presentano, ovviamente, acidi grassi tolleranti al freddo.

Che la formazione di “ecotipi” (ovvero organismi  differenti in base all’aspetto esterno ma appartenenti alla stessa specie) sia legata anche alla temperatura, e che le loro differenti caratteristiche siano il riflesso di mutazioni genetiche, sono concetti ben noti: “Ci aspettavamo che la formazione degli ecotipi fosse vincolata alla temperatura”, ha commentato Johannes Sikorski, “ma non sapevamo quale carattere avesse conferito l’adattamento. Per scoprirlo, abbiamo dovuto studiare non solo i geni, ma l’aspetto dei batteri”.

Secondo gli autori, basarsi soltanto alla genomica o la proteomica, come molti degli studi sull’evoluzione stanno facendo, non fornisce una visione completa dei risultati del processo di adattamento. “Prendendo come esempio proprio la membrana dei batteri”, spiega ancora Sikorski, non è possibile dedurre la sua composizione solo con le tecniche della genomica o della proteomica: per capire l’evoluzione dobbiamo spiegare le conseguenze delle diversità genetiche per gli organismi nel loro ambiente naturale”. (g.f.)

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