Meravigliosa visione

Paola Bressan
Il colore della luna. Come vediamo e perché
Laterza 2007, pp. 192, euro 15,00

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In questo piccolo capolavoro di divulgazione scientifica, la luna c’entra poco, il vero titolo essendo piuttosto “Come vediamo e perché”. Si tratta di un completo e lucido trattatello sulla visione, corredato di tutte le spiegazioni che il lettore può desiderare. Natura e proprietà della luce, sistema visivo, meccanismi della visione dei colori, segreti della percezione delle forme, della profondità e del movimento.

Non è qui possibile entrare nei dettagli, mi limiterò a poche osservazioni. Particolarmente intrigante è la descrizione del doppio meccanismo che garantisce la percezione dei colori e dei loro contorni. Una prima operazione di natura fotochimica svolta dai recettori, i tre tipi di coni sensibili al rosso, al verde e al blu (tricromatismo); e una seconda di natura nervosa, eseguita negli strati successivi della retina, formati da cellule neurali di vario genere (completata poi a livello della corteccia cerebrale). Quest’ultima si basa su un’organizzazione antagonistica delle risposte alle varie lunghezze d’onda, la quale permette di distinguere i colori in modo più efficiente e selettivo, ma è anche causa di tanti stupefacenti effetti ottici di contrasto simultaneo: ad esempio la diversa percezione che si ha di uno stesso colore a seconda dei colori che lo affiancano.

Quanti colori possiamo vedere? Quanti ne vedono animali che possiedono una visione monocromatica (balene, foche), dicromatica (la maggioranza dei mammiferi, quali cani e gatti e, tra gli umani, i daltonici gravi), tricromatica (noi e talune scimmie, insetti, pesci), o infine i pesci rossi che hanno il privilegio della visione quadricromatica?

Altro punto suggestivo è perché i vasi sanguigni che alimentano i fotorecettori e gli strati neurali sottostanti corrono sul davanti della retina (ciò che causa le famose pupille rosse nelle foto con flash), e non di dietro, come sembrerebbe più naturale. La spiegazione risale ai processi evolutivi che hanno portato alla formazione dell’occhio umano, che ai primordi era solo un gruppo di cellule sensibili alla luce posto sotto la pelle trasparente di un nostro antenato.

Lasciamo al lettore gli innumerevoli altri elementi di interesse del libro. Sono certo che imparerà ad apprezzare di più, a ogni risveglio mattutino, la rinnovata meraviglia del poter vedere.

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