Salutisti, in teoria

La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni e, come dimostra uno studio pubblicato su Journal of Nutrition Education and Behavior, anche quella del mangiar sano. Un gruppo di medici e biologi nutrizionisti dell’Università olandese di Wageningen, ha dimostrato che, a dispetto delle migliori intenzioni, all’atto pratico quasi tutti cedono alla gola.

I rischi derivanti da una dieta ad alto tasso di zuccheri o colesterolo sono noti alla stragrande maggioranza della popolazione. Il contenuto calorico, in grassi (saturi e insaturi) e in minerali di ogni cibo è riportato sulle confezioni per legge, proprio per consentire a coloro che acquistano qualsiasi genere alimentare di tener conto dell’apporto nutrizionale.

I ricercatori hanno voluto verificare il consumo di snack considerati poco sani, come barrette dolci o caramelle sia una scelta vera e propria, ponderata a priori, o se si tratti, piuttosto, di un gesto compulsivo ed estemporaneo, volto all’appagamento di un desiderio improvviso. Per trovare la risposta, a 585 impiegati d’ufficio è stato chiesto di esprimere una “intenzione di scelta” tra una una mela, una banana (snack salutari), una barretta dolce o una cialda sciroppata (snack non salutari). Una settimana dopo, in un “bar laboratorio”, gli stessi soggetti sono stati messi di fronte ai quattro tipi di spuntino, per verificare se la scelta effettiva fosse coerente con le intenzioni.

Risultato? Quasi il 30 per cento di coloro che avevano manifestato tendenze salutiste hanno poi scelto la barretta dolce o la cialda. Mentre il 90 per cento di chi che aveva dichiarato di voler scegliere gli alimenti più nocivi per la salute ha mantenuto la propria posizione. Come era logico aspettarsi, la discrepanza tra teoria e pratica si concentra prevalentemente sui cibi salutari, e in negativo (passaggio da un cibo salutare ad uno più nocivo). “L’intenzione è dettata dal raziocinio, guidato dalla neocorteccia, cioè la parte più esterna e sviluppata del cervello”, commenta  Pascalle Weijzen, uno degli autori, “mentre la scelta pratica poggia su meccanismi che risiedono nella parte più antica del nostro encefalo”. È da notare, continua il ricercatore, che il “cambio di bandiera” avviene più raramente tra coloro che adottano quotidianamente una dieta sana. (i.n.)

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