Ecuador, la culla della biodiversità

Quasi seicento specie diverse di uccelli, circa un migliaio di alberi e più di centomila di insetti. Sono gli strabilianti numeri dello Yasunì National Park, una vera e propria culla della biodiversità che si trova in Ecuador. Secondo un recente studio, condotto dall’associazione no profit Finding Species in collaborazione con molte università del Nord e Sud America e pubblicato su PLos ONE, la quantità di specie osservate in questo angolo di Amazzonia è tale da far entrare lo Yasunì nel guinness della biodiversità.

“Una delle nostre scoperte più importanti è che nel parco piccole aree di foresta ospitano un numero incredibilmente alto di animali e piante”, ha dichiarato Margot Bass, presidente di Finding Species. In un ettaro, infatti, in media si possono trovare 655 specie diverse di alberi. Più di quante ve ne siano in Canada o negli Stati Uniti. Nella zona a nord del parco si trova, inoltre, la “stazione della biodiversità“ di Tiputini, che nei suoi circa 650 ettari ospita 247 specie di anfibi e rettili, 550 specie di uccelli e circa 200 specie di mammiferi. “Questo studio dimostra che lo Yasunì è l’area a maggiore diversità biologica di tutto il Sud America e forse del mondo”, ha aggiunto Peter English della University of Texas at Austin.

L’intento dei ricercatori non era solo quello di documentare l’enorme patrimonio di biodiversità presente nel parco ma anche quello di far conoscere lo Yasunì e promuovere la sua salvaguardia. Secondo Matt Finer dell’associazione Save America’s Forests, ciò che rende speciale quest’area è la sua potenzialità di conservare la sua varietà di specie anche nel prossimo futuro. “Ci si aspetta che lo Yasuni mantenga le condizioni ambientali della foresta pluviale anche con l’aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici. Un simile patrimonio naturale sta tuttavia correndo un grande rischio a causa di progetti di sfruttamento dei giacimenti di petrolio del parco”, ha spiegato il ricercatore e attivista statunitense, coautore dello studio. Per garantire la sicurezza del parco e della sua biodiversità gli autori propongono alcune politiche di gestione ambientale. In particolare viene suggerita una moratoria sui nuovi progetti di esplorazione ed estrazione di petrolio nel parco, soprattutto nella regione nordorientale, ancora relativamente intatta ma anche molto ricca di petrolio.

Salvare lo Yasunì sembra essere un obiettivo anche per il governo dell’Ecuador, promotore di un progetto rivoluzionario dedicato a far sì che le riserve di petrolio non vengano sfruttate, lasciando intatto il parco. La mancanza di impegni finanziari concreti però minaccia seriamente l’iniziativa. Come ha spiegatoto Finer, sono necessari fondi internazionali per l’iniziativa, altrimenti nuove trivellazioni nel cuore dello Yasuni diventeranno una tragica realtà. Nel 2010, proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale per la biodiversità (vedi Galileo), sarebbe davvero un brutto colpo. (m.r.)

Riferimenti: PLoS One doi:10.1371/journal.pone.0008767

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