Sesso selvaggio

Claudia Bordese
Sesso selvaggio. Quando ad amare è la natura
Instar Libri 2010, pp.153, euro 14,00

Lo fa capire subito, sin dalle prime righe di questo affascinante e ben raccontato viaggio nella sessualità degli animali, Claudia Bordese, biologa e divulgatrice, che il suo libro è un rigoroso excursus scientifico, e non una raccolta di folcloristici aneddoti sulle performance erotiche di insetti, uccelli o elefanti.

Delusi? Non dovreste, perché c’è molto da imparare nelle pagine di “Sesso selvaggio”, soprattutto perché ci spingono a guardare in faccia un’immagine di noi che spesso tendiamo a rimuovere: quella della nostra natura animale, alla luce della quale molti comportamenti trovano spiegazioni inaspettate. Perché alcune donne ricorrono alla chirurgia estetica per dare nuova forma a seni e labbra? Qual è il significato della menopausa? A fine lettura sapremo che le nostre abitudini non sono molto differenti da quelle di serpenti, rane o pesci e ci ritroveremo anche noi Sapiens, succubi, più di quel che pensavamo, della diabolica legge della natura: “la vita esiste per replicare se stessa”.

Ecco a cosa si devono le fatiche di quelle “mille strategie, i sotterfugi, i compromessi, le fantasie” a cui tutti gli esseri viventi dai lombrichi agli umani dedicano gran parte della loro esistenza, tutti con “il medesimo ed egoistico fine, la consegna all’immortalità della propria identità genetica”.

E la natura ce la mette tutta per non fallire l’obiettivo, sincronizzando addirittura i desideri sessuali degli animali con l’alternarsi delle stagioni e calcolando i tempi giusti per garantire ai nuovi nati la migliore delle accoglienze: sole, temperature miti, abbondanza di cibo.  Una programmazione talmente perfetta che è possibile segnare sul calendario gli “appuntamenti galanti” di alcune specie. E’ il caso del piccolo verme marino Palola viridis che ogni anno il settimo giorno dopo il plenilunio di ottobre libera sulla superficie delle acque che circondano le Isole Samoa migliaia di filamenti simili a tagliatelle che corrispondono alle parti femminili e maschili dell’animale. E’ allora che avviene la fecondazione. Non c’è scusa che tenga, a quell’appuntamento i partner si presentano sempre puntualissimi tanto che le popolazioni indigene organizzano per quella data una spedizione in alto mare per raccogliere quei filamenti, un cibo prelibato e nutriente.

Ma la natura non si limita a stabilire l’agenda degli incontri tra i sessi, fornisce anche “accessori” indispensabili per centrare l’obiettivo e che semplificano soprattutto il lavoro dei maschi: corna, chele, speroni per affrontare i rivali e un organo copulatorio in più da sfoggiare al momento dell’accoppiamento. Succede a serpenti, lucertole e squali, animali che possiedono emipeni all’interno del corpo che escono solo all’occorrenza. Degne del più ardito catalogo di un sexy shop, queste “armi segrete” sono dotate di spine, ganci, uncini, per garantire l’ancoraggio del maschio alla femmina durante l’atto sessuale.

Tutto ciò ci porterebbe a pensare che il sesso selvaggio sia sempre e solo indirizzato alla procreazione. In realtà, anche se l’obiettivo principale resta quello, spiega Claudia Bordese, esiste una vasta gamma di comportamenti tra gli animali che non hanno niente a che fare con l’intenzione di mettere al mondo dei figli. Scopriamo infatti che alcune abitudini, spesso considerate “contro natura”, come l’omosessualità, sono assai diffuse nel mondo animale: tra i bonobo, per esempio, il sesso tra individui dello stesso genere viene utilizzato per risolvere conflitti all’interno dei gruppi.  Ci sono animali che cambiano sesso, che si travestono, che si prostituiscono. I veri trasgressori, semmai, sono i monogami che in natura sono in netta minoranza, solo il 10% delle specie.  Da tenere a mente quando si parla di “famiglia naturale”…

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here