Travestimenti da biologi

A Sichuan, in Cina, i biologi si travestono da panda. Non è importante quanto sia bello il costume, l’importante è che sia credibile per i cuccioli. È questa la nuova tecnica studiata dal Hetaoping Research and Conservation Center for the Giant Panda per ridurre al minimo i contatti umani dei panda nati in cattività, che dovranno poi essere reintrodotti nel loro ambiente naturale.

Al momento, un cucciolo di quattro anni sta cominciando il suo inserimento all’interno di una zona recintata, prima di fare il grande passo: andare a vivere da solo in libertà. Per ora, però, i ricercatori sono ancora intenti a monitorarne la crescita, senza che il cucciolo possa mai scorgere un umano, anche grazie a telecamere nascoste. 

L’Haetoping ha alle spalle un precedente fallimento: Xiang Xiang, primo panda ad essere stato reintrodotto, venne trovato morto dopo otto mesi dal suo rilascio. Era caduto accanto a un albero, probabilmente attaccato da altri panda, nonostante i mesi di allenamento. Dopo quell’episodio, avvenuto nel 2007, questo è il primo tentativo di reintroduzione, con una cambio radicale di strategia. 

Questi travestimenti non sono del tutto nuovi, ma vengono utilizzati anche per altre specie in pericolo. All’International Crane Fundation, nel Wisconsin, insegnano ai piccoli di gru americana a non dipendere dall’intervento umano e a comportarsi come uccelli. Lo zoo di San Diego, in California, si occupa invece dei cuccioli di condor, nutriti attraverso mani “travestite” dai loro genitori. Lo zoo di Santiago, in Cile, usa lo stesso metodo per nutrire i piccoli di bucero; finita la sperimentazione, questo sistema viene usato abitualmente in Sudafrica, nella provincia del Limpopo, all’interno del progetto di conservazione del bucero (Mabula Ground Hornbill Conservation Project). 

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