Batterio killer? Ne sentiremo parlare per altri 3 anni

Tre anni. Per tanto ancora continuerà a far paura Escherichia coli O104, il batterio che tra maggio e giugno ha colpito l’Europa infettando 3.768 persone, uccidendone 44 (dati del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), aggiornati al 7 luglio 2011). Fra tre anni, infatti, i semi dei germogli incriminati saranno scaduti (si possono conservare in media per 5 anni) e solo a quel punto potranno dirsi sicure le confezioni sugli scaffali dei supermercati. Tre anni a partire da quel 24 novembre 2009, quando cioè una partita di semi è stata spedita dalle coste dell’ Egitto verso l’Europa, carico da cui avrebbero avuto origine i germogli che hanno causato le infezioni. A sostenerlo è l’ Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) in un report in cui ricostruisce il complicato tragitto dei semi attraverso il vecchio continente.

Per mettere insieme questa mappa, i ricercatori dell’Efsa sono partiti dall’analisi dei tipi di germogli causa delle infezioni in Germania e in Francia. Hanno così scoperto che l’unica varietà di semi comune all’azienda produttrice tedesca che ha originato l’epidemia e al servizio di catering che ha diffuso l’infezione in Francia è quella del fieno greco. Gli studiosi hanno così cercato di ripercorre a ritroso il viaggio delle varie partite di semi di fieno greco incriminate, coinvolgendo il personale delle agenzie per la sicurezza alimentare di otto paesi (Austria, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito), insieme all’Ecdc, all’ Organizzazione mondiale della sanità e alla Fao).

Gli scienziati sono così arrivati in Egitto, dove nel 2009 un carico con 15 tonnellate di semi è partito alla volta del Belgio, da qui si è trasferito nei Paesi Bassi e solo dopo in Germania, dove la merce è stata suddivisa e distribuita nei vari paesi (rimanendo in gran parte in Germania, mentre piccole quantità sono state inviate in Austria, in Spagna e in Inghilterra). Gli scienziati hanno così scoperto che solo 75 kg dell’originale partita sono finiti nei magazzini dell’azienda tedesca da cui è partito il contagio, mentre in Francia i semi sono arrivati dopo una tappa in Inghilterra, attraverso una compagnia britannica che ha distribuito 95 Kg dei semi in 1.917 pacchettini a diverse aziende francesi, una delle quali risulta quella da cui si è servito il servizio di catering. Fine della storia, se non fosse che la questione è ben più complicata.

Se infatti per le partite contaminate in Francia e Germania si è riusciti a ricostruire il tragitto, non è detto che il rischio di contaminazione sia scongiurato. È infatti possibile che qualcuno dei tanti pacchetti con cui i semi hanno girato l’Europa non sia più riconoscibile, abbia cambiato nome o se ne sia persa l’origine. Così l’unico modo per tutelarsi potrebbe essere quello di attendere che i semi di fieno greco incriminati perdano completamente di vitalità, ovvero scadano, nel 2014. Ma il pericolo potrebbe estendersi anche oltre, come ammoniscono i ricercatori dell’Efsa, visto che dall’Egitto quello del novembre del 2009 è stato solo uno dei carichi di semi importati dalla Germania tra il 2008 e il 2011.

Riferimenti: wired.it

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here