Perché i rospi sanno prevedere i terremoti

Chi non ha sentito dire, almeno una volta, che gli animali sono in grado di avvertire in anticipo l’arrivo di un terremoto? Una convinzione assai radicata nel senso comune, che tuttavia fino a oggi mancava di una spiegazione scientificamente validata, e che aveva assunto le fattezze di una vera e propria leggenda metropolitana. Oggi però l’International Journal of Environmental Research and Public Health ospita uno studio in grado di rintracciare alcuni elementi di verità in questa diffusa credenza.

La ricerca ha per oggetto una colonia di rospi che Rachel Grant, della Open University, era intenta a studiare tra il 27 marzo e il 24 aprile del 2009, in una zona distante solo 74 km dall’epicentro del terremoto del 6 aprile. “Stavamo osservando il comportamento riproduttivo dei rospi – ha spiegato la Grant all’agenzia ANSA – presso il lago di San Ruffino nelle Marche, contando ogni sera, lungo un percorso di 2,5 km nei pressi di quell’area, il numero di rospi maschi e di rospi accoppiati. Ed ecco che improvvisamente, cinque giorni prima del terremoto, la quasi totalità dei rospi maschi (il 96 per cento) è scappato senza accoppiarsi. Nessuna traccia neppure delle coppie”.

Cosa aveva spinto gli anfibi a volatilizzarsi? Dopo aver pubblicato le sue osservazioni sul Journal of Zoology, la biologa è stata contattata dalla Nasa. Gli scienziati dell’agenzia spaziale statunitense stavano studiando i cambiamenti chimici che si verificano quando le rocce sono sottoposte a uno stress estremo come può essere un terremoto. Appena prima di un sisma, infatti, la crosta terrestre rilascia particelle cariche, che a contatto con le molecole di aria reagiscono dando origine a ioni positivi, che in medicina sono riconosciuti come responsabili di malesseri nella specie umana (mal di testa e nausea). La reazione degli ioni positivi con l’acqua, invece, dà origine al perossido di idrogeno (acqua ossigenata) che può rendere tossici, in questo caso, gli stagni.

Incuriositi dal fenomeno descritto dalla Grant, gli studiosi americani si sono chiesti se le loro ricerche potessero essere legate a questo esodo di massa. Grazie a numerosi test di laboratorio, il geofisico della Nasa Friedemann Freund ha concluso che a provocare la fuga degli animali sarebbero stati proprio i cambiamenti chimici avvenuti nei giorni antecedenti il sisma.

Anche se i risultati necessitano di ulteriori approfondimenti, Rachel Grant sostiene che si tratta dello studio più convincente, finora eseguito, per comprendere il meccanismo di “previsione” di fenomeni sismici da parte di animali acquatici. Gli studiosi sperano comunque che le loro ipotesi possano aiutare biologi e geologi a capire in che modo gli animali sappiano riconoscere alcuni segni di un terremoto imminente.

1 commento

  1. Una esperienza personale: la domenica del 23.11.1980 in più punti dell’area epicentrale dell’irpinia sono stati rinvenuti serpenti morti.
    Da rilevare che nella zona di sera la temperatura scendeva sotto lo zero e che il rinvenimento è stato riscontrato, in particolare, sul Monte Tuoro ad oltre 1.100 metri s.l.m. e nei pressi del centro abitato di Lioni a circa 450 metri s.l.m.

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