Occhi sempre più a rischio per gli over 65

Gli oftalmologi sono alle prese con un numero sempre crescente di pazienti over 65. E il perché non è certo un mistero: “L’invecchiamento della popolazione e sconsiderate abitudini alimentari stanno progressivamente portando a un aumento delle persone colpite da patologie come l’edema maculare diabetico o la degenerazione maculare dovuta all’età“, spiega Christian Prünte, primario di oftalmologia del Kantonosspital Basekland di Liestal in Svizzera. In effetti, se nel 1950 c’erano 205 milioni di persone al mondo che superavano i sessant’anni, secondo il Dipartimento degli Affari Sociali ed Economici delle Nazioni Unite nel 2050 ce ne saranno all’incirca due miliardi.

La degenerazione maculare legata all’età è a oggi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la principale causa di cecità totale o parziale nei paesi occidentali: è responsabile da sola di circa il 40 per cento dei casi. Secondo l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iabp), entro il 2020, circa otto milioni di persone con oltre 65 anni nel mondo ne saranno affette e in Italia questa patologia colpisce circa un milione di persone (tra diagnosticate e non). Per quanto riguarda l’edema maculare diabetico, invece, stando alle stime della International Diabetes Federation, circa il 14 per cento delle persone affette da diabete (oggi quasi 300 milioni nel mondo, ma le cifre potrebbero anche raddoppiare entro il 2030 secondo l’Oms) sviluppa come complicanza l’edema maculare diabetico.

Fortunatamente, nonostante l’incremento di queste malattie, sembra essere diminuito negli ultimi anni il numero dei pazienti che riporta come conseguenza gravi disabilità visive. Per lo meno negli Stati Uniti, stando a uno studio della Northwestern University. Questo perché, spiegano i ricercatori su Ophthalmology, gli attuali strumenti di diagnostica e monitoraggio e i trattamenti messi a punto finora per contrastare le varie malattie oftalmiche contribuiscono a procrastinare la regressione della vista degli anziani americani.

Per contrastare la degenerazione maculare legata all’età e l‘edema maculare diabetico le strategie terapeutiche più usate ed efficaci sono quelle che impiegano una classe di molecole denominata anti VEGF (Vascular Ednotelial Grow Factor), come ranibizumab o bevacizumab. Queste sostanze impediscono la formazione di nuovi vasi e aiutano la regolazione dei liquidi sotto la retina. Tuttavia, non curano la malattia – e quindi i trattamenti devono essere ripetuti regolarmente – ma ne rallentano, o nel migliore dei casi ne fermano, la progressione e permettono di recuperare parte della capacità visiva perduta.

“La risposta a questi trattamenti, inoltre”, conclude Christian Prünte, “è molto individuale, ci sono pazienti che prima di ottenere un significativo miglioramento devono sottoporsi a diverse iniezioni, altri a cui bastano pochi trattamenti per recuperare parte della visione persa. La personalizzazione della terapia, però, può ridurre la necessità di iniezione e migliorare l’outcome della terapia”.

Credit immagine a mtsofan/Flickr 

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