Obama, Romney e la scienza

“Più incendi, siccità e inondazioni non sono uno scherzo. Sono una minaccia per il futuro dei nostri figli. E alle prossime elezioni potrete fare qualcosa a riguardo.” Le parole pronunciate da Barack Obama nel suo discorso alla Convention Democratica di Charlotte (North Carolina) dimostrano quanto le tematiche ambientali e scientifiche sembrano avere un ruolo rilevante nella corsa alla Casa Bianca. Anche Mitt Romney, d’altronde, era stato costretto ad affrontare questi temi durante il discorso in cui ha accettato la candidatura alle elezioni presidenziali. Il rivale di Obama aveva però scelto di affrontare il problema con una battuta, evitando così di esprimere un’opinione precisa su problemi di cui tanti nel suo partito (come il candidato vice presidente Paul Ryan) negano addirittura l’esistenza. Ma ecco quali sono le le posizioni dei due candidati su educazione ambiente, energia investimenti alla ricerca.

Educazione
“L’educazione mi ha aperto un mondo di opportunità, e lo stesso è stato per Michelle. E ora più che mai rappresenta il futuro della classe media americana”, ha dichiarato Obama nel suo discorso a Charlotte. Ora la sua intenzione è di assumere nei prossimi dieci anni centomila nuovi professori di matematica e di scienze per le scuole primarie americane, e promette inoltre un dimezzamento delle rette universitarie entro il prossimo decennio.

Dal canto suo Romney ha dichiarato, in un dibattito su Nature, che i problemi del sistema scolastico americano non derivano da un deficit di spesa, ma che anzi dagli anni ’70 a oggi la spesa pubblica per studente è progressivamente aumentata senza portare però a miglioramenti nel rendimento scolastico. Il candidato repubblicano propone una riforma, ancora da ideare, che punti a un miglioramento degli standard delle scuole del paese e che punti a creare una nuova generazione di insegnanti e a incentivarne le capacità e la professionalità.

Energia
Sul tema dell’energia i due candidati sembrerebbero in qualche misura andare d’accordo. Entrambi sponsorizzano un approccio “a 360 gradi”, che punti a valorizzare le risorse energetiche nazionali, e parlano della possibilità di arrivare all’autarchia energetica, obiettivo che sfugge agli Stati Uniti ormai dai tempi di Richard Nixon. Tuttavia le somiglianze si fermano qui. Infatti, mentre Obama intende promuovere il mercato delle energie rinnovabili, limitando l’impiego di combustibili fossili, attraverso misure come il clean energy standard act, il fuel economy standard act, e l’introduzione di un tetto alle emissioni di anidride carbonica, Romney è fortemente contrario a qualunque tipo di ingerenza governativa nel mercato dell’energia. La sua proposta è incentivare l’uso di energie alternative solo indirettamente, investendo in ricerca e sviluppo e semplificando l’apparato normativo.

Cambiamento climatico
Nel suo discorso a Charlotte, Obama ha rivendicato di essere stato il primo presidente statunitense ad avere limitato le emissioni di gas serra dei veicoli, di avere promosso l’utilizzo di energie pulite e diminuito le emissioni di CO2, arrivando a una diminuzione dell’importazione di petrolio di tre milioni di barili al giorno. Il Presidente ha riconosciuto anche la necessità di affrontare il Climate Change senza ulteriori ritardi.

Il tema invece non sembra preoccupare il Romney, che deve fare i conti con una larga fetta del suo partito che rifiuta di riconoscere l’esistenza dei cambiamenti climatici. Su Nature ha dichiarato: “Non sono uno scienziato, ma valutando i dati a disposizione sono convinto che il pianeta si stia riscaldando, che l’attività umana contribuisca a questo riscaldamento e che dovremmo quindi considerarne i possibili rischi. D’altro canto mi sembra che gli scienziati non siano d’accordo sulla gravità della situazione e su quanto questa sia attribuibile all’azione umana, quindi credo che dovremmo supportare il dibattito scientifico perché si arrivi ad una posizione condivisa”. La proposta repubblicana è quindi finanziare la ricerca di fonti energetiche pulite ma evitare qualunque tipo di limitazione delle emissioni.

Finanziamenti alla ricerca
La rivista Science ha messo ha confronto in questo grafico il budget per la ricerca previsto per il prossimo mandato dall’amministrazione Obama e quello proposto dal candidato vicepresidente repubblicano Paul Ryan. Nonostante la crisi, con l’amministrazione democratica il budget crescerebbe del 2 per cento, mentre nel caso di vittoria repubblicana si parlerebbe di un comunque dignitoso 1,3 per cento.

La differenza fondamentale tra le due amministrazioni sta nel tipo di ricerche da finanziare. Il budget 2013 di Obama prevede forti investimenti nelle biotecnologie, nella fisica, nella chimica, e nelle energie alternative, concentrando la maggior parte delle sovvenzioni governative verso la ricerca applicata. Romney punta tutto sugli investimenti alla ricerca di base, con l’idea che la ricerca applicata debba essere finanziata dai privati, in modo da aumentarne la competitività e diminuirne il peso per le tasche dei contribuenti.

Spazio
Non è un buon momento per il programma spaziale Usa, con i fondi che continuano a calare e la Cina concentratissima nel cercare di strappare la supremazia nel campo. L’amministrazione Obama aveva già tagliato i fondi della Nasa, portando per esempio all’abbandono del piano Constellation (che avrebbe dovuto portare nuovamente l’uomo sulla luna entro il 2020) e sembrerebbe intenzionata a tagliarli ancora per il prossimo anno. Poco chiare anche le idee di Romney, accusato dal suo avversario di non avere una politica spaziale in mente.

Credit immagine a Mr. Wright

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