Le immagini che sopravviveranno agli esseri umani

Immaginate che l’umanità sia in procinto di estinguersi definitivamente e che abbiate il compito di scegliere le cento fotografie, non una di più, maggiormente rappresentative della nostra specie, da lasciare come imperituro ricordo a chi verrà dopo di noi. È il compito che si è prefissato l’artista Trevor Paglen con il suo progetto Last Pictures, avvalendosi della collaborazione di scienziatiantropologi ecuratori d’arte. Le immagini selezionate saranno lanciate in orbita attorno alla Terra su un satellite artificiale, per far conoscere a eventuali viaggiatori spaziali del futuro chi erano e cosa facevano gli esseri umani sulla Terra. 

Naturalmente, l’unico problema non è solo quello di selezionare le fotografie. Come assicurarsi che sopravviveranno a miliardi di anni di permanenza nello Spazio? Per fronteggiare queste questioni, l’artista si è avvalso della collaborazione con Brian Wardle, docente presso il Dipartimento di Aeronautica e Astronautica del Mit di Boston e direttore del Nano-Enginereed Composite aerospace Structures (Necst). Secondo Wardle, il pericolo principale è rappresentato dalla diffusione, il lentissimo movimento delle molecole che può portare, nell’arco di milioni di anni, a degradare le immagini. Ma lo scienziato ha pronta la soluzione: “Usando un solo materiale, il silicio, e trattandolo in modo particolare, le immagini dovrebbero resistere alla diffusione”, assicura. Le foto saranno dunque incise su un disco di silicio e fissate all’interno di una capsula di alluminio. 

Bene. Le immagini resisteranno al tempo. Ma come le porteremo in orbita? Paglen ha pensato anche a questo: ha stretto un accordo con EchoStar Corporation, un’azienda statunitense che si occupa della manutenzione di satelliti usati per le telecomunicazioni. Il 20 novembre prossimo, EchoStar invierà il suo satellite dalla base Baikonur Cosmodrome del Kazakistan, portando in orbita il prezioso disco. 

Nella gallery proposta da Wired.com, alcuni tra gli scatti selezionati da Paglen.

Credits immagine: Trevor Paglen

Via: wired.it

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here