Uno tsunami su Ginevra

Come può una città come Ginevra, situata nel cuore delle Alpi e lontana dal mare, essere colpita da uno tsunami? Lo spiegano proprio i ricercatori della stessa Università di Ginevra in uno studio pubblicato su Nature Geoscience, in cui ricostruiscono gli eventi catastrofici dell’anno 563 quando un’onda gigante sviluppatasi nel lago Lemano travolse la costa spazzando via villaggi e persone, fino a raggiungere la città. L’onda anomala si sarebbe formata in seguito alla frana della parete rocciosa intorno al delta del fiume Rodano. Un evento, quello dello tsunami lacustre, che non va sottovalutato e potrebbe ripetersi anche in altri laghi con effetti devastanti.

“È alquanto comune pensare che solo se si vive in zone costiere e ad alto rischio sismico si corre il rischio di essere travolti da uno tsunami”, spiega Guy Simpson, autore dello studio. Come accaduto nel caso dello tsunami del 2004 in Indonesia e quello più recente in Giappone. In realtà, spiegano gli scienziati, non è così: forti terremoti o frane possono causare onde anomale anche nei laghi. È quello che successe nel 563 nel lago Lemano. Il cosiddetto “evento Tauredunum”, descritto nei resoconti dei vescovi Gregorio di Tours e San Mario di Avenches, fu causato dal distacco di un pezzo di montagna che si abbatté nel Rodano nel punto in cui il fiume s’immette nel lago, e generò un’onda anomala che raggiunse e devastò Ginevra, a 70 km di distanza da dove tutto aveva avuto inizio.

Per capire come un simile evento si possa essere scatenato, i ricercatori svizzeri hanno studiato i profili geologici della parte più profonda del lago Lemano per analizzare gli strati di sedimento accumulati. Le loro analisi hanno rivelato la presenza di un letto di depositi lungo più di 10 km, largo 5 e con una profondità di 5 metri che si sono originati dal delta del Rodano. Gli esperimenti di datazione dei reperti organici tramite una tecnica chiamata Ams (spettrometria di massa con acceleratore) hanno permesso di collocarli un intervallo di tempo che va dall’anno 381 al 612, in buon accordo con la data del Tauredunum.

La sequenza precisa degli eventi non è chiara, come spiegano gli autori. Le simulazioni basate sul modello matematico cosiddetto a “acqua bassa” (shallow water model) mostrano che il materiale roccioso precipitato dalla montagna fece collassare il delta del fiume e il conseguente spostamento di acqua del lago causò un’onda anomala di circa 13 metri che si abbatté sulle coste colpendo dopo soli 15 minuti la città di Losanna. Ci sarebbero voluti invece circa 70 minuti, continuano gli autori, perché un’onda di 8 metri più alta delle mura della città raggiungesse Ginevra causando morte e distruzione.

Lo tsunami del 536 non sarebbe inoltre un evento raro, tanto che eventi simili sono stati descritti in passato, soprattutto durante l’epoca dell’Olocene. Oggi le conseguenze sulle coste densamente abitate di molti laghi sarebbero disastrose. Pertanto, concludono i ricercatori, i rischi associati a tsunami lacustri andrebbero rivalutati.

Riferimenti e credits immagine: Nature Geoscience doi:10.1038/ngeo1618  

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here