Google, che fine ha fatto il suo computer quantistico

    Con lo shutdown che ha paralizzato la cultura, l’ambiente e la ricerca scientifica americana viene da chiedersi che fine abbiano fatto e faranno i progetti di punta lanciati di recente dai principali centri statunitensi. Tra questi, posto d’onore e per i protagonisti e per la tecnologia coinvolta, va a D-wave, il computer quantistico sviluppato dall’omonima azienda, acquistato da Google per il Quantum Artificial Intelligence Lab (ve ne avevamo parlato qui), il laboratorio per il quantum computing presso il Nasa Ames Research Center. Previsto operativo per ottobre, ci si chiede oggi cosa se ne sappia al riguardo e che fine abbia fatto il progetto di Google e della Nasa con la chiusura delle casse federali.

    Secondo quanto riferisce Wired.com il D-Wave Two sarebbe stato avviato pochi giorni prima dello shutdown, ma quello che sarebbe succedendo ora è meno chiaro. Secondo il ricercatore della NasaLee Stone il computer al momento starebbe solo sprecando energia. Infatti, per poter funzionare, il dispositivo deve operare a temperature molto basse, vicine allo zero assoluto, e dal momento che si tratta di un processo estremamente costoso, il raffreddamento non sarebbe stato interrotto per poi quindi essere riavviato. Ma con nessun risultato di fatto : “Tutto il personale della Nasa che avrebbe dovuto testare il computer ora è in congedo e ora questo (il computer, nda) è solamente lì, a sprecare energia”, commenta amaro Stone.

    Da Google invece fanno sapere che al momento, pur essendo il laboratorio chiuso, il computer è accessibile e operativo, ma gli scienziati stanno ancora cercando di capire cosa possa fare la macchina, “Stiamo ancora all’inizio con il computer quantistico”, ha commentato la portavoce di Google Krisztina Radosavljevic-Szilagyi.

    Tutto questo non fa che alimentare i dubbi intorno a D-Wave, richiamando alla mente le perplessitàcirca il suo carattere di vero computer quantistico che avevano accompagnato l’annuncio dell’acquisto da parte di BigG, e nascondendo il gioiellino di Google sotto un velo di mistero, ancora. Meno misterioso al momento è solo lo spreco di denaro e tempo, come aggiunge Stone: “Quello che stiamo perdendo qui è tutto il tempo che impiegheremmo utilizzando questa tecnologia all’avanguardia. Questo è certamente deludente nel migliore dei casi e scandaloso nel peggiore”.

    Via: Wired.it

    Credits immagine:  fatllama/Flickr

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