Vademecum per combattere il raffreddore

Raffreddore: un disturbo estremamente diffuso, che colpisce gli adulti circa due-tre volte l’anno e i bambini una volta ogni due mesi. I sintomi, che possono durare da tre a dieci giorni – e fino a tre settimane nei casi più ostinati – sono noti a tutti: mal di gola, naso chiuso o che cola, tosse e malessere generale. Michael Allan, della University of Alberta, e Bruce Arroll, della University of Auckland, hanno pubblicato sul Canadian Medical Association Journal un lavoro di review che analizza e valuta gli approcci di prevenzione e terapia più diffusi, confermando alcune teorie e smentendone altre.

Il raffreddore, spiegano gli esperti, “è un disturbo molto debilitante: causa diminuzioni nella produttività lavorativa e può inficiare la guida”. E, inoltre, è parecchio costoso: negli Stati Uniti, per esempio, si spendono circa 25 miliardi di dollari l’anno per visite mediche, infezioni secondarie, farmaci e giornate di lavoro perse per malattia o per accudire i figli malati. Per questi motivi, è importante non prendere sottogamba il disturbo e combatterlo con le armi adeguate. La maggior parte dei raffreddori è causata da virus: solo il 5% di essi deriva da infezioni batteriche. Ciononostante, una delle terapie più diffuse è quella antibiotica, del tutto inefficace se la malattia è virale. 

Per quanto riguarda la prevenzione, spiegano gli autori, l’accorgimento più efficace riguarda l’igiene. Analizzando 67 studi randomizzati e controllati (Rct), i ricercatori hanno scoperto che lavarsi le mani, così come usare guanti e disinfettanti, rappresenta un fattore cruciale per evitare di ammalarsi. Anche l’uso di zinco funziona, specie nei bambini: almeno 2 Rct dimostrano che i bambini che assumono 10-15 mg di solfato di zinco, in media, si ammalano e si assentano da scuola meno degli altri. Sui probiotici gli autori non si sbilanciano troppo: alcuni studi sembrano dimostrare che siano lievemente efficaci, sebbene nei lavori esaminati i tipi e le combinazioni fossero troppo variabili per poter trarre delle conclusioni definitive.

Per il trattamento, gli scienziati suggeriscono l’utilizzo di antistaminici, eventualmente combinati con decongestionanti e/o antidolorifici, nei bambini al di sopra dei cinque anni e negli adulti. Farmaci come l’ibuprofene e l’acetaminofene aiutano a combattere febbre e dolore. Gli spray nasali possono alleviare il naso che cola, ma non hanno alcun effetto sulla congestione. I benefici di approcci come ginseng, omeopatia e gargarismi non sono chiari; il miele ha un lieve effetto palliativo sui sintomi della tosse; la vitamina C e gli antibiotici non sembrano apportare particolari miglioramenti.

“Ci siamo concentrati solo sugli Rct”, concludono gli autori, “e abbiamo riscontrato che la maggior parte degli studi era inconsistente e si basava su pregiudizi più che su risultati oggettivi (per esempio la vitamina C). C’è bisogno di studi più sistematici e obiettivi”.

Riferimenti: Canadian Medical Association Journal doi:10.1503/cmaj.121442

Credits immagine: William Brawley/Flickr

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