Riprogrammare il sistema immunitario per combattere i tumori

Un studio del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, potrebbe segnare un passo in avanti fondamentale verso lo sviluppo di una nuova generazione di terapie contro il cancro. Il trial clinico, svolto su pazienti con leucemia linfoide acuta in stato avanzato, ha sperimentato infatti l’efficacia antitumorale di una cosiddetta immunoterapia cellulare, un tipo di trattamento che mira a combattere il tumore utilizzando cellule del sistema immunitario del paziente, che vengono prelevate, modificate in laboratorio e quindi iniettate nuovamente nel donatore. I risultati, pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine, sono estremamente promettenti: l’88% dei pazienti ha infatti raggiunto la completa remissione del tumore.

A differenza di quanto avviene con virus e batteri, il nostro sistema immunitario non è in grado di riconoscere le cellule tumorali come agenti esterni, e si trova quindi in forte svantaggio quando si tratta di combattere la malattia. È partendo da questa constatazione che i ricercatori del Memorial Sloan Kettering hanno iniziato a cercare un modo per riprogrammare le cellule del sistema immunitario, per fare in modo che riconoscano e attaccacchino le cellule tumorali come farebbero con una normale malattia. Da subito i loro sforzi sono stati indirizzati verso la leucemia linfoide, un tumore del sangue che coinvolge alcuni tipi di globuli bianchi. I primi risultati sono arrivati già nel 2003, quando i ricercatori sono riusciti contrastare lo sviluppo della malattia su topi, utilizzando dei linfociti T (cellule del sistema immunitario) bioingegnerizzati per riconoscere una proteina presente sulla membrana di alcune cellule leucemiche, chiamata Cd19.

A marzo dell’anno scorso sono arrivati invece i risultati preliminari sugli esseri umani: 5 pazienti con leucemia linfoide acuta delle cellule B (il tipo più comune nella popolazione adulta), hanno raggiunto la completa remissione del tumore dopo essere stati sottoposti alla nuova terapia. Gli studi sono proseguiti, e nel nuovo studio i ricercatori hanno presentato finalmente i risultati ottenuti su una coorte di pazienti abbastanza ampia da permettere il confronto del nuovo trattamento con la chemioterapia, che oggi rappresenta la terapia standard.

Nel nuovo studio 16 pazienti con leucemia acuta in stadio avanzato hanno ricevuto l’infusione di linfociti T riprogrammati, con risultati estremamente promettenti: l’88% dei partecipanti ha infatti raggiunto la completa remissione del tumore, una percentuale molto superiore rispetto al 30% della chemioterapia. Al termine del trattamento il 44% dei pazienti è risultato inoltre eleggibile per un trapianto di midollo osseo, unica terapia che garantisce effetti di lunga durata, molti i quanto non avvenga con i trattamenti tradizionali, dove la percentuale non supera il 5%.

“Questi straordinari risultati dimostrano che l’immunoterapia cellulare è un’importante opzione terapeutica per il trattamento di pazienti su cui le terapie convenzionali non risultano efficaci”, commenta Michel Sadelain, direttore del Center for Cell Engineering del Memorial Sloan Kettering e coordinatore lo studio. “I nostri risultati iniziali sono stati confermati anche su una coorte più ampia di pazienti, e stiamo già progettando nuovi studi clinici per migliorare questo nuovo approccio terapeutico nella lotta contro il cancro”.

Il prossimo passo, spiegano i ricercatori, sarà ora quello di valutare la possibilità di utilizzare l’immunoterapia cellulare come trattamento di prima linea per i pazienti con leucemia. Sarà quindi la volta di studiare la possibilità di utilizzare il nuovo approccio anche per combattere altre forme di tumori.

Riferimenti: Science Translational Medicine;DOI: 10.1126/scitranslmed.3008226

Credits immagine: Microbe World/Flickr

 

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