Rapporto Ispra: meno rifiuti e più rumore

Aumento dell’inquinamento acustico e diminuzione dei rifiuti. Sono questi due degli aspetti emersi durante la presentazione dall’Annuario dei dati ambientali e del Rapporto Rifiuti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), tenutosi a Roma il 24 luglio. La conferenza, ospitata dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, è stata un’occasione per fare il punto sulla situazione ambientale in Italia. 

In base ai dati presentati, si evidenzia la continuazione del trend positivo che vede in diminuzione i rifiuti solidi urbani, 400mila tonnellate in meno rispetto al 2012 (-1,3%): “La produzione è scesa sotto i 30 milioni di tonnellate”, sostiene Stefano Laporta, direttore generale Ispra, “anche a causa della congiuntura economica negativa che il Paese sta affrontando”. Da sottolineare anche il potenziamento della raccolta differenziata che, nel 2013, è arrivata al 42,3%, superando l’obiettivo del 40% (nonostante quello per il 2008 fosse del 45%). “Un encomio va alle regioni virtuose in questo campo”, ricorda Laporta, “che per la differenziata sono soprattutto quelle del nord, ma anche Marche, Sardegna e Campania”, che ha differenziato il 44% dei rifiuti prodotti, classificandosi seconda tra le regioni del sud.

L’Italia è anche un Paese rumoroso. I dati presentati dal report, infatti, raccontano come l’inquinamento acustico sia ormai uno dei maggiori problemi ambientali italiani. Secondo l’Annuario, il 42,6% delle sorgenti di rumore controllate nel 2012 ha superato almeno una volta i limiti normativi. I controlli sono stati più diffusi sulle attività di servizio e commerciali (il 57,7%), seguite dalle attività produttive (31,5%). La percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato la classificazione acustica è pari al 56,5%, con forte disomogeneità sul territorio nazionale.

Credits immagine: Mister GC/Flickr

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