Aurore polari, l’ottava meraviglia

Chi le ha viste non può dimenticarle. Lo stupefacente spettacolo delle aurore polari si rinnova da millenni, in particolare nei cieli del Circolo Polare Artico e dell’emisfero australe, al polo opposto del pianeta. Parliamo dei fenomeni luminosi e cangianti che nella storia hanno sempre incantato e incuriosito, spesso intimorito. E ai quali Rovereto dedicherà presto una mostra, “Aurore polari, ottava meraviglia del pianeta?”, nata dalla passione e dagli studi pluriennali di due donne: l’ideatrice e curatrice Ada Grilli e la consulente scientifica Patrizia Francia, ricercatrice del dipartimento di Fisica delle Relazioni Terra Sole presso l’Università de L‘Aquila.

Il progetto espositivo, presentato a Genova in occasione del Festival della Scienza (24 ottobre-2 novembre), si sposta infatti nella città trentina, dove verrà inaugurato il prossimo 27 novembre presso il Palazzo Kennedy con un happening artistico. Si tratterà di una mostra “diffusa”, con istallazioni, laboratori ed eventi sparsi per tutto il centro cittadino e nei musei, e adatta al pubblico di ogni età, che renderà Rovereto la “Capitale italiana delle Aurore”, anche grazie a gemellaggi e collaborazioni con centri di ricerca circumpolari.

“È una sorta di anteprima dell’Anno Internazionale della Luce 2015”, commenta Ada Grilli, che abbiamo raggiunto proprio alla vigilia di una nuova missione in Antartide: “Il pubblico di Rovereto potrà non solo comprendere il meccanismo che dà vita alle aurore, ma soprattutto vivere questo fenomeno attraverso un percorso polifunzionale, fatto di fotografie e video, di rappresentazioni e interpretazioni di artisti, e di testimonianze di esploratori e scienziati di tutti i tempi”.

Le aurore polari sono un fenomeno conosciuto fin dai tempi antichissimi anche a basse latitudini. “Ad originarle è il vento solare, il flusso di particelle – principalmente elettroni e protoni – emesso dal sole, al momento del suo contatto con l’alta atmosfera terrestre, a partire dai 100 chilometri di quota”, spiega Patrizia Francia: “Oggi, l’inquinamento luminoso rende difficile osservarle in luoghi fortemente urbanizzati, ma la mostra ci racconta che un tempo erano più comuni”.

Fra le numerose testimonianze raccolte da Grilli, ricordiamo quella su Galileo, che per primo coniò il termine aurora, e quella su Alessandro Volta che le definì ‘sublimissime’. O, ancora, quella su Hitler: “Quella notte ci intrattenemmo con Hitler sulla terrazza del Berghof ad ammirare un raro fenomeno celeste: per un’ora circa, un’intensa aurora boreale illuminò di luce rossa il leggendario Untersberg che ci stava di fronte, mentre la volta del cielo era una tavolozza di tutti i colori dell’arcobaleno. L’ultimo atto del ‘Crepuscolo degli dei’ non avrebbe potuto essere messo in scena in modo più efficace. Anche i nostri volti e le nostre mani erano tinti di un rosso innaturale. Lo spettacolo produsse nelle nostre menti una profonda inquietudine. Di colpo, rivolto a uno dei suoi consiglieri militari, Hitler disse: fa pensare a molto sangue. Questa volta non potremmo fare a meno di usare la forza” (Francesco Agnoli, Quando Hitler vide un se­gno nel cielo, 21 luglio 2010, Storia del Novecento).

Dal 27 novembre 2014 all’11 gennaio 2015

Palazzo Kennedy (ala dell’Urban Center), Corso Rosmini, Rovereto

Da lunedì a venerdì: 16.00-20.00; sabato e festivi: 10.00-13.00/16.00-20.00
La conferenza di aperturà si terrà il 26 novembre alle ore 18.00.

Foto: “Bella grande corona allo zenit”, Kvalhøya_Tromsø, Norvegia (Credits: A. Grilli).

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