Una particella leggera per la materia oscura

Sappiamo che esiste ma di cosa sia fatta la misteriosa materia oscura ancora nessuno lo sa (neache il potente Lhc ne ha trovato traccia, per dire). Occupa circa l’85% della massa dell’Universo, e la vediamo solo attraverso gli effetti prodotti dalla sua presenza (come quello delle lenti gravitazionali, ovvero la capacità di deviare i raggi luminosi per mezzo del suo campo gravitazionale). Molti fisici ritengono che sia costituita di particelle pesanti, ma oggi un nuovo studio della University of Southampton propone una teoria in controtendenza, introducendo una nuova e leggera particella fondamentale che potrebbe spiegare l’elusività della materia oscura.

La particella proposta ha una massa pari a 100eV/c2 (espressa come energia/velocità della luce al quadrato, in accordo alla formula di Einstein sull’equivalenza tra massa ed energia), ovvero solo lo 0,02% di quella di un elettrone. Questa particella, come raccontano i ricercatori su Scientific Report, renderebbe così elusiva la materia oscura perché non interagisce con la luce (contrariamente a quanto postulato finora), ma fortemente invece con la materia ordinaria, e non potrebbe neanche penetrare l’atmosfera terrestre. Va da sé quindi che sperare di identificarla da Terra, se queste ne sono le caratteristiche, è alquanto improbabile, motivo per cui da Southampton stanno pensando a un esperimento da condurre nello Spazio.

L’esperimento progettato dal consorzio Macroscopic quantum resonators (MAQRO) prevede di spedire nello Spazio un satellite munito di un rivelatore con nanoparticelle. Queste, sospese direttamente nello Spazio al flusso di materia oscura, potranno essere spinte da questa, e monitorando queste posizioni sarebbe possibile teoricamente rivelare informazioni sulla misteriosa particella di materia oscura (ammesso, ovviamente, che esista).

“La particella di cui postuliamo l’esistenza sembra strana, ma al momento non ci sono esperimenti o osservazioni che possano escluderla”, spiega in proposito James Bateman della University of Southampton, uno degli autori: “La materia oscura è uno dei più importanti problemi irrisolti della fisica moderna, e speriamo che le nostre ipotesi possano ispirare altri a sviluppare teorie dettagliate e anche test sperimentali”.

Commentando lo studio, aggiunge parlando a Media Inaf Matteo Viel, ricercatore presso l’Osservatorio Astronomico di Trieste: “Il lavoro è molto interessante, soprattutto per il fatto che l’approccio sperimentale per riuscire ad osservare la materia oscura è nuovo: collisioni elastiche di una particella nota mesoscopica con la materia oscura, misurata attraverso tecniche optomeccaniche. Di sicuro c’è una forte motivazione scientifica dietro questo tipo di esperimento e cioè quella di riuscire finalmente a capire la natura della materia oscura che sappiamo essere presente nell’Universo in cui viviamo, anche in virtù dei recenti dati di Planck. Inoltre, altri dati sempre molto recenti dal satellite Fermi iniziano ad escludere regioni dove dovrebbe risiedere il candidato più studiato e promettente: il neutralino. Pertanto, ogni sforzo non-standard, come quello compiuto dai ricercatori del presente lavoro, è sicuramente interessante”.

 

Via: Wired.it

Credits immagine:  NASA, ESA, M.J. Jee and H. Ford (Johns Hopkins University)

 

1 commento

  1. Ho sempre sostenuto che le onde elettromagnetiche (e non) si trasmettono a seguito di oscillazione di particelle che, collidendo tra loro trasmettono energia alle successive.La velocita’ di trasmissione dipende dalla densita’ del mezzo e nel vuoto cosiddetto assoluto (?) dipende, per semplificare, dalla densita’ di queste particelle sconosciute.La velocita’ di trasmissione della luce e’ limitata, appunto dalla dimensione e dalla densita’ di questo ammasso di particelle (materia oscura).Non e’ un caso che le oscillazioni di grandi masse come i pianeti si trasmettono alla stessa velocita’ delle luce (onde gravitazionali) in quanto oscillano nello stesso vuoto (assoluto?) occupato dalla materia oscura.

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