Categorie: Salute

Come curare l’emicrania

Mangiare cibi a foglia verde può aiutare a ridurre la frequenza degli episodi di emicrania. A dirlo è una ricerca australiana che ha osservato come una dieta ricca di acido folico (vitamina contenuta per l’appunto nelle verdure a foglia verde come l’insalata), porta beneficio a chi soffre in maniera cronica di emicrania, in particolar modo a quella percentuale di donne che ha livelli più alti della norma di omocisteina (a causa di una comune variante del gene MTHFR). I folati, infatti, fanno abbassare l’omocisteina riducendo anche le manifestazioni di mal di testa.

Ma dell’emicrania si è appena occupato anche un gruppo di ricercatori newyorkesi proponendo un approccio che sembra in grado di “spingere il bottone di reset dell’emicrania”, come spiega il ricercatore della Albany Medical Center, Kenneth Mandato. Il metodo, presentato ad Atlanta al congresso annuale della Society of Interventional Radiology, consiste nell’inserire un catetere della grandezza di uno spaghetto nella narice fino ad arrivare ad un fascio nervoso che si trova giusto dietro il naso (ganglio sfenopalatino) e che è associato con l’emicrania. Tramite il piccolo catetere viene rilasciato un comune anestetico locale (la lidocaina) il cui effetto benefico è stato registrato già subito dopo il trattamento. Ma non solo.

La riduzione del mal di testa, pari al 50% immediatamente dopo la procedura, continua nel tempo: infatti anche dopo trenta giorni dal trattamento i pazienti riferiscono una riduzione del dolore del 36%. “Va specificato che questo è un trattamento e non una cura dell’emicrania – conclude Mandato – anche se è molto poco invasivo e quindi potrebbe essere ripetuto nel tempo”.

L’emicrania è considerata un disturbo percettivo sensoriale – ci aiuta a capire Teshamae Monteith, neurologa, tramite le colonne di Science – che porta in molti casi a non sopportare nemmeno la luce o il vapore di una doccia”. Durante un attacco, infatti, i pazienti hanno anche disturbi di concentrazione, alterazioni dell’appetito, cambiamenti di umore e insonnia. “Anche condizioni socio-economiche disagiate, obesità, fumo e contraccezione orale sono fattori di rischio, così come la componente familiare è di solito presente”.

Attualmente il trattamento d’elezione durante gli attacchi è a base di farmaci detti triptani, che agiscono sui recettori della serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nell’insorgenza dell’emicrania, ma all’orizzonte si scrutano anche due anticorpi monoclonali, ad oggi sotto studio, che potrebbero rivoluzionarne la cura.

Questo tipo di cefalea, che colpisce il 10% della popolazione mondiale, si presenta di solito durante l’adolescenza o la preadolescenza, ed è spesso legato a variazioni ormonali. E proprio di ragazzi parla la linea guida appena pubblicata dalla American Migraine Foundation. I dati sono allarmanti perché sembra soffrire di emicrania il 6% dei bambini e fino al 28% degli adolescenti. “Ci sono molte azioni che possono essere intraprese se tuo figlio soffre di emicrania” – afferma David W. Dodick, della Mayo Clinic College of Medicine in Arizona, tra cui fare una diagnosi accurata, ricordarsi di prendere le giuste medicine, vivere una vita sana, controllare e limitare lo stress e tenere un diario sull’emicrania per riuscire a capire come prevenirla.

Credits immagine: Ana C./Flickr CC

 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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