Per il World Meningitis Day fatti un selfie contro la malattia

Con un selfie. Anche così si contribuisce a combattere la meningite. Oggi, World Meningitis Day, basta scattarsi una fotografia, postarla con l’hashtag #liberidallameningite (su Fb e su Twitter @freemeningite) e nominare altre due persone come ambasciatrici, che faranno lo stesso. È l’iniziativa social lanciata dalComitato Nazionale Contro la Meningite , che per ogni selfie donerà 0,50 euro per un progetto di sostegno alle persone che sopravvissute alla malattia.

L’iniziativa fa parte della campagna “Contro la meningite P.U.O.I. fare la differenza”, che da tre anni crea informazione sulla meningite meningococcica e sulle vaccinazioni, in modo che i genitori siano messi in condizione di scegliere in modo libero e consapevole. Anche per questo, oggi, dalle 9:00 e alle ore 20:00 è attivo il numero verde gratuito (800 090 155) al quale pediatri e igienisti risponderanno alle domande di mamme e papà per chiarire eventuali dubbi legati ai rischi della meningite, ai sintomi e alle vaccinazioni disponibili.

“Il Comitato si propone di sopperire a un bisogno di informazione diffuso, dimostrato anche dalle numerose domande che ci pervengono dai genitori che troppo spesso non ricevono risposte esaustive né dalle Istituzioni – in alcune Regioni circolano strumenti informativi vetusti e di difficile comprensione per non addetti ai lavori – né dagli stessi centri vaccinali, che invece dovrebbero indirizzarli verso una scelta consapevole della vaccinazione”, spiega Amelia Vitiello, presidente del Comitato e mamma della piccola Alessia, mancata nel 2007, a soli 18 mesi, per meningite fulminante di tipo B.

Proprio per questo è stato appena lanciato anche un altro progetto: la rete dei “Centri vaccinali amici del Comitato”, che “premierà” i centri di tutta Italia che risponderanno ai bisogni informativi espressi dai genitori tramite il sondaggio online “Dì la tua sui Centri Vaccinali” (che ha interessato oltre 100 genitori). I risultati sono stati presentati ieri a Roma, in occasione del Convegno Censis “La prevenzione della meningite da meningococco B”. Ecco i 5 requisiti richiesti:

1. Informazione su meningite e vaccinazioni. I genitori vengono informati sui rischi della meningite e sui sintomi; ricevono chiarimenti su benefici ed eventuali effetti collaterali dei vaccini anti-meningite, anche grazie alla distribuzione di materiale informativo.
2. Accoglienza. Sala d’attesa accogliente e a misura di bambino.
3. Completezza dell’offerta anti-meningite. Sono resi disponibili tutti i vaccini contro la meningite.
4. Counselling. Il personale sanitario dedica più di 15 minuti a informare i genitori su benefici ed eventuali effetti collaterali delle vaccinazioni.
5.Consenso informato. Il personale sanitario assiste il genitore nella lettura e comprensione del documento.

Saranno gli stessi genitori a poter segnalare al Comitato, tramite email o via Facebook, i centri vaccinali che rispettano queste linee guida. L’Associazione, una volta verificata l’aderenza del Centro Vaccinale, invierà un bollino identificativo che lo renderà riconoscibile a tutti i genitori. L’elenco dei Centri aderenti verrà inoltre pubblicato sul sito del Comitato www.liberidallameningite.it.

Secondo l’indagine, in media, il tempo dedicato da medici e infermieri del Centro al “momento informativo” che precede l’atto vaccinale è inferiore ai 15 minuti, come ha riferito la quasi totalità dei genitori (oltre il 90%), che invece vorrebbero fosse dedicato loro più tempo, quindi oltre i 15 minuti (dichiarato da 7 genitori su 10). I nodi più ricorrenti sono imputabili alla presenza nel Centro Vaccinale di materiale informativo di difficile comprensione. Ma anche le informazioni fornite dal personale sanitario risultano poco chiare in oltre 70% dei casi. A causa di queste carenze informative, i dubbi dei genitori sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini anti-meningite persistono anche dopo aver sottoposto il proprio figlio alla vaccinazione (40% dei casi). Il consenso informato risulta utile per 1 genitore su 2, ma poco chiaro e per 1 su 4, e 1 su 10 lo trova addirittura terrorizzante.

Affianca questa indagine quella del Censis “La vaccinazione contro il meningococco B secondo i genitori italiani”, realizzata in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e grazie al supporto di Novartis Vaccines and Diagnostics. I dati raccolti mostrano che il pediatra è la principale fonte di informazione, ma il 67% delle famiglie non ha ricevuto notizie sulla vaccinazione contro il  meningococco B. Pesano ancora ignoranza – il 14,5% dei genitori non conosce la malattia – e i pregiudizi – il 62% pensa che i vaccini possano causare patologie gravi come l’autismo, nonostante i solidi e ripetuti studi che hanno completamente smentito eventuali correlazioni (vedi Galileo: “L’ennesima prova contro il legame tra vaccini e autismo“).

“C’è un problema di consapevolezza sulla meningite, come testimoniano le molte incertezze dei genitori sulla malattia e sui sintomi, ma anche sugli strumenti per difendersi”, ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e salute del Censis. “Il 77% dei genitori afferma di aver vaccinato o di voler vaccinare i propri figli, ma dal momento che il dato ufficiale della copertura della vaccinazione contro la meningite da Hib3 è del 94,6%, è evidente che i genitori non sono sempre consapevoli di aver vaccinato i propri figli mediante l’esavalente contro almeno una delle meningiti batteriche. Pochi sanno distinguere tra le diverse forme di meningite e i relativi vaccini. Una carenza informativa denunciata da quasi la metà dei genitori, che avrebbero voluto saperne di più sulla malattia e sulle diverse possibilità di prevenzione, e confermata dal fatto che solo un genitore su tre sa che dal 2014 esiste anche un nuovo vaccino, quello contro il meningococco B”, conclude Vaccaro.

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