Memcomputer, la macchina che mima il cervello

Si chiama memcomputer. Ed un dispositivo che potrebbe rappresentare una valida alternativa ai computer quantistici. È stato appena messo a punto da un’équipe di scienziati dellaUniversity of California San Diego e del Politecnico di Torino, coordinata da Massimiliano Di Ventra, ed è il primo computer mai realizzato in grado di memorizzare ed elaborare informazioni allo stesso tempo, come il cervello umano. Si tratta, come raccontano gli autori della ricerca sulle pagine di Science Advances, di un dispositivo che può essere assemblato usando tecnologie standard e che funziona a temperatura ambiente, il che “lo rende molto più accessibile, in termini di semplicità e costi di produzione, di un computer quantistico”.

I computer tradizionali memorizzano ed elaborano i dati in due aree completamente diverse: la memoria, per l’appunto, e il processore (Cpu). Un sistema che comporta dispendio di tempo e potenza: “Giusto per fare un confronto”, spiega Di Ventra a Popular Mechanics, “il nostro cervello usa circa 20 watt per eseguire 1016operazioni al secondo, mentre un supercomputer, a parità di operazioni, ha bisogno di una potenza un milione di volte superiore: gran parte della potenza, infatti, si utilizza per il trasferimento di informazioni dalla Cpu alla memoria e viceversa”.

Per costruire il dispositivo, l’équipe di Di Ventra ha utilizzato, anziché i transistor tradizionali a base di silicio, dei cosiddetti memprocessori (mem è l’abbreviazione di memory crunching), le cui proprietà fisiche – resistenza elettrica, per esempio – cambiano al variare di quanta energia li attraversa. Se il memprocessore perde potenza, è in grado di memorizzare il cambiamento. In questo modo, spiegano gli autori, si può usare il dispositivo per continuare a memorizzare informazioni anche mentre il processore ne sta elaborando delle altre.

Il prototipo è stato messo alla prova con la risoluzione di alcuni problemi computazionali, con risultati estremamente interessanti.“I memcomputer”, spiega Di Ventra, “saranno probabilmente programmati, in futuro, per compiere solo un determinato tipo di operazioni. In quello saranno molto più veloci dei computertradizionali”. Per il resto, non ci resta che aspettare la rivoluzione quantistica.

Via: Wired.it

Credits immagine: Jannes Pockele/Flickr CC

 

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