A cosa servono le cellule che si fingono spermatozoi

Anche le cellule possono travestirsi. E improvvisare un gioco di ruolo su scale microscopiche. Un’équipe di ricercatori dell’Università di Teramo, coordinata da Pasqualino Loi, ha infatti appena messo a punto una tecnica che consente a cellule adulte di fingersi spermatozoi, ingannando così l’ovulo e inducendolo a riprogrammarle. La tecnica promette di migliorare la tutela delle specie a rischio e, tra le applicazioni più futuribili, riapre la strada alle ricerche sulla clonazione umana, dopo quasi vent’anni di successi scarsissimi. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista Cell Reports, e, trattandosi di un lavoro open-access, sono consultabili gratuitamente.

“Dai tempi di Dolly”, ci spiega Loi, “non abbiamo fatto grandi passi avanti nel campo della clonazione. L’efficienza di produzione di embrioni sani è rimasta molto bassa, pari allo 0,47%. La nostra tecnica, sperimentata finora solo in vitro, promette di raddoppiare questa efficienza”. Ecco come funziona.

Normalmente, la clonazione si effettua inserendo una cellula differenziata in un oocita cui sono stati estratti i cromosomi; poi si cerca di indurre l’oocita a riprogrammare la cellula, cioè riportarla a uno stato indifferenziato per far ripartire da zero lo sviluppo embrionale. “Purtroppo, la riprogrammazione da parte dell’oocita avviene molto raramente”, continua Loi. “Quindi abbiamo pensato di ingannarlo mascherando la cellula differenziata da spermatozoo. Dopo dieci anni di ricerche, siamo riusciti a indurre il nucleo della cellula differenziata a esprimere un gene che codifica una proteina, la protamina, che rende la cellula molto simile agli spermatozoi”. Riuscendo così, almeno in vitro, a truffare l’oocita, spingendolo a riprogrammare la cellula. “Con la nostra tecnica”, conclude Loi, “abbiamo ottenuto un numero di embrioni doppio rispetto a quello prodotto finora con la tecnica tradizionale”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Iqbal Osman/Flickr CC

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