Una nuova particella da Lhc?

Per ora, sembra che ci siano tutti i presupposti per una nuova eccitante scoperta scientifica. Di quelle che gli anglosassoni chiamano breakthrough. Dopo il bosone di Higgs e le onde gravitazionali, la comunità dei fisici è infatti in fermento per un misterioso segnale rivelato da Lhc, il grande acceleratore di particelle del Cern di Ginevra. A dicembre scorso, i fisici del Cern avevano annunciato di aver osservato un eccesso di coppie di fotoni  con energia pari a circa 750 giga elettronvolt (l’elettronvolt è l’unità con cui si misura la massa – o l’energia – delle particelle; in particolare, un elettronvolt corrisponde all’energia cinetica acquistata da un elettrone che si muove in un campo elettrico uniforme sotto l’azione di una differenza di potenziale di 1 volt. Semplice, no?). Ricontrollando i dati e combinandoli con quelli derivanti da nuove collisioni, gli scienziati sono oggi riusciti a migliorare la significatività statistica del segnale, il che vuol dire che è più probabile si tratti di un fenomeno reale piuttosto che di una semplice fluttuazione statistica casuale. Anche se, sottolineano gli esperti, siamo ancora ben lontani dal poter gridare con certezza a una nuova scoperta.

I segnali provenienti dal nuovo esperimento, condotto da Cms, hanno ampliato del 22% il dataset raccolto a dicembre da Atlas, l’altro grande rivelatore di Lhc. Una migliorìa possibile grazie all’accensione di uno dei magneti, che durante l’esperimento precedente era rimasto spento a causa di un problema nel sistema di raffreddamento. Grazie ai nuovi dati, come ha spiegato Pasquale Musella, fisico allo Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo,“la significatività statistica del segnale è salita da 1,2 a 1,6 sigma. Ma è necessaria ancora molta cautela”. Siamo infatti ancora ben lontani dalla fatidica soglia statistica dei 5 sigma oltre la quale un’osservazione è ritenuta certezza.

Se il segnale fosse reale, spiegano Davide Castelvecchi ed Elizabeth Gibney su Nature News, si tratterebbe con ogni probabilità di un bosone (una particella associata con una delleforze fondamentali della natura) che finora nessuno aveva previsto. E si tratterebbe, secondo gli stessi fisici di Lhc, della scoperta più importante degli ultimi quarant’anni (per la precisione dall’osservazione del leptone tau, nel 1975) nel settore della fisica delle particelle. Forse ancora più importante dell’identificazione del bosone di Higgs, che è stata solo la conferma sperimentale di una particella già prevista dal Modello standard. Staremo a vedere.

Via: Wired.it

Credits immagine: Frank Weber/Flickr

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