Ecco come morì Lucy, arrampicatrice sfortunata

bipedismo Lucy
Lucy
Di ShalomOpera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=46245815

Visse più di tre milioni di anni fa, ma ancora ne ha di storie da raccontare Lucy, il più famoso scheletro di ominide mai rinvenuto. Quella femmina di Australopithecus afarensis rinvenuta in Etiopianel 1974, che deve il nome al brano Lucy in the Sky With Diamondsdei Beatles, provò che il bipedismo si sviluppò molto prima della nascita del genere Homo. Ma da allora si discute anche sulla vita arboricola di questa antica specie di ominide con caratteristiche sia umane che scimmische: se e quanto tempo passasse sugli alberi, e che ruolo, di conseguenza ebbe la vita arboricola sull’evoluzione umana. A rispondere in parte alla domanda è oggi uno studio pubblicato su Nature, che mostra non solo che Lucy viveva sugli alberi ma che molto probabilmente fu la stessa vita arboricola a esserle fatale. Secondo il team di John Kappelman della University of Texas di Austin, a capo dello studio, potrebbe essere stata proprio una caduta dall’albero la causa della morte di Lucy.

Il verdetto arriva in seguito all’analisi dettagliata compiuta sullo scheletro di Lucy attraverso tomografia computerizzata (Tac) per sbirciare l’interno delle ossa del preziosissimo ominide, senza danneggiarlo. D’aiuto è stata poi la consulenza di ortopedici e il supporto di uno scheletro/replica stampato in 3D di Lucy (alcuni file per la stampa 3D si possono anche richiedere, qui). Passando in rassegna le scansioni Kappelman e colleghi si sono accorti di una serie di fratture anomale per un fossile.

Lucy
Le ossa di Lucy durante le analisi (foto: Marsha Miller, UT Austin)

Alla fine dell’omero destro, per esempio, erano presenti una serie di fratture nette e taglienti, con piccoli frammenti ossei ancora al loro posto. Fratture, spiegano i ricercatori, che avvennero più probabilmente al momento della morte piuttosto che dopo o prima, visto che non si rivelano indizi di guarigione, ha spiegato Kappelman: “Questo tipo di frattura si ha quando la mano colpisce il terreno durante una caduta, facendo scontrare gli elementi della spalla uno contro l’altro per creare un’impronta unica sull’omero”.Caduta che probabilmente avvenne da un’altezza e a velocità considerevoli – più di 12 metri a 15 m/s – e che Lucy avrebbe tentato di attutire stendendo il braccio. Anche altre fratture, come quella al ginocchio, al bacino e a una costola avvallerebbero l’ipotesi di una caduta grave.

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John Kappelman alle prese con lo studio delle ossa di Lucy (foto: Sissi Janet Mattox)

Il fatto che Lucy probabilmente morì in seguito ai danni riportati da una caduta dall’albero suggerisce che l’ominide passasse effettivamente del tempo sugli alberi, forse per cercare cibo e come rifugio notturno. Ma andando oltre, Kappelman ipotizza anche che la duplice vita – arboricola e terrestre – degli australopitechi come Lucy li avrebbe man mano resi meno adatte agli alberi, predisponendoli così alle cadute.

Via: Wired.it

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