Chi ha vinto gli IgNobel 2016?

ignobel
(Credits: via Pixabay)
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Anche quest’anno, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato uno dei momenti più temuti e attesi dalla comunità scientifica e dagli appassionati di scienza di tutto il mondo. Il momento dei premi IgNobel 2016, dove il prefisso Ig­ designa le ricerche che “fanno prima ridere e poi pensare”. Ricerche serie, solide, inoppugnabili, ma al contempo strambe, bizzarre, incredibili. Il tema di quest’anno è il tempo, anche se quei burloni degli organizzatori tengono a precisare che l’aderenza all’argomento “non è necessaria per il conseguimento del premio”. Bando alle ciance: andiamo a vedere chi sono i vincitori – che, giusto per dar l’idea di quanto l’IgNobel sia tenuto in alta considerazione dalla comunità scientifica, hanno ricevuto il riconoscimento direttamente dalle mani di veri premi Nobel (nella fattispecie: Dudley Herschbach, Nobel per la chimica 1986; Rich Roberts, Nobel per la medicina 1993; Eric Maskin, Nobel per l’economia 2007, Roy Glauber, Nobel per la fisica 2005; Jerome Friedman, Nobel per la fisica 1990).

Ratti vestiti
Il premio IgNobel per la riproduzione è andato al defunto Ahmed Shafik, egiziano, “per aver studiato l’effetto di pantaloni di poliestere, di cotone o di lana sulla vita sessuale dei ratti”. In particolare, si tratta di un lavoro scientifico il cui autore, per l’appunto, ha esaminato il comportamento sessuale di 75 ratti, la metà dei quali aveva indossato dei “pantaloni” di diversi fogge e tessuti.

Conclusioni dello studio: “I pantaloni di poliestere hanno generato, a differenza degli altri, un potenziale elettrostatico sul pene e sullo scroto che può spiegare la diminuzione dell’attività sessuale degli animali”.

Sassi simpatici, sassi antipatici
Fedeltà del cliente? Tassi di conversione? Dimenticatevelo: l’indice di marketing del futuro è la valutazione della personalità dei sassi. È quanto pensano Mark Avis e colleghi, della Massey University neozelandese e della University of Birmingham nel Regno Unito, che si sono aggiudicati l’IgNobel 2016 per l’economia con uno studio in cui si valutava, per l’appunto, quale “personalità” un gruppo di volontari attribuisse a diversi sassi e la potenziale applicazione di tale indice nel campo del marketing e delle vendite al dettaglio. “Si sono scelti i sassi”, spiegano gli autori, “perché non hanno alcuna connessione ovvia con marchi esistenti, né associazioni preconcette a determinati tipi di personalità”. Perché nessuno ci aveva pensato prima?

White is the new black
L’équipe ungherese di Gabor Horvath, della Eotvos University, ci tiene a informarvi che I cavalli bianchi sono meno soggettipodegli altri alle punture dei tafani, esplorando quantitativamente i perché e i percome del fenomeno in questo dettagliatissimo articolo pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B. Nel caso non foste ancora satolli di sapere, gli stessi comunicano qui di aver scoperto che gli anisotteri – una specie di insetti – sono “fatalmente attratti” dalle lapidi nere. Rivelazioni di importanza capitale che hanno fruttato ai dotti accademici il premio IgNobel per la fisica.

Tutto fumo…
Il premio IgNobel per la chimica 2016 non è stato assegnato a scienziati o istituzioni. Se lo è aggiudicato nientemeno che la Volkswagen, protagonista lo scorso anno del famigerato Dieselgate: uno stratagemma per truccare i veicoli in modo tale che emettessero meno sostanze inquinanti e superassero senza problemi i controlli delle autorità. Motivazione del premio: Volskwagen ha saputo risolvere “il problema dell’inquinamento automobilistico producendo automaticamente meno emissioni quando le automobili sono sottoposte a test”. Dalla casa tedesca, finora, nessun commento.

Specchio delle mie brame
Uno dei riconoscimenti più importanti, l’IgNobel per la medicina, è andato all’équipe tedesca del dottor Christoph Helmchen, del Dipartimento di Neurologia all’Università di Luebeck. Tutto merito di un lavoro pubblicato su Plos in cui gli scienziati svelano di aver scoperto che se si prova prurito sul lato sinistro del corpo, lo si può alleviare guardandosi allo specchio e grattandosi sul lato destro. Ah, naturalmente vale anche il viceversa, con buona pace dell’Uomo vitruviano.

Vecchi paradossi
C’è qualcuno che deve aver preso sul serio il vecchissimo paradosso di Epimenide di Creta, che ebbe a dire “Tutti i cretesi sono bugiardi”, donde l’impasse – se dice il vero, anche lui è bugiardo, dunque non può dire il vero, eccetera eccetera. Evelyne Debey e colleghi, della University of Amsterdam e di altri istituti di ricerca, hanno pubblicato uno studio “in cui hanno chiesto a un centinaio di bugiardi quanto spesso mentissero, trovandosi poi nella condizione di decidere se credere a tali bugiardi”. IgNobel per la psicologia prima di subito.

“Puoi fare tutto ciò che vuoi, se dentro di te ci credi veramente”
Ma anche “Sono un buono, ma non fatemi arrabbiare”, “Sorrido perché la vita è stata dura con me ma io sono più forte”, “Non arrendetevi mai”: se avete condiviso queste frasi (o loro simili) su Facebook, ci sono cattive notizie in arrivo. Niente di personale: la scienza (come vi abbiamo raccontato) dice che chi partorisce tali amenità è anche più propenso ad abboccare a bufale e complottismi vari. La scoperta è valsa ai suoi autori il conferimento del premio IgNobel per la pace 2016.

Capra!
Di bene in meglio: il premio IgNobel per la biologia è stato assegnato congiuntamente a Charles Foster, esimio scrittore e avventuriero, per “aver vissuto allo stato brado, in diversi momenti della sua vita, impersonando una volpe, un tasso, una lontra, una volpe e un uccello” e a Thomas Twhaites, designer che ha messo a punto delle protesi estensibili che gli hanno permesso di scorrazzare allegramente su e giù per le colline alla maniera di una capra. E in compagnia di altre capre.

Mosche di Schroedinger
Il premio IgNobel per la letteratura è andato invece allo svedese Fredrik Sjoberg, autore di un mirabile compendio autobiografico in tre volumi in cui ha raccontato con dovizia di particolari il piacere che si prova nel collezionare mosche morte e mosche non ancora morte. Il libro si chiama, poco sorprendentemente, “L’arte di collezionare mosche” ed è stato pubblicato nel 2004 in Svezia. “Tutti nell’intimo siamo collezionisti di mosche, anche se non ce ne siamo mai accorti”.

Percezione
Atsuki Higashiuama e Kohei Adachi si portano a casa l’IgNobel per la percezione grazie a uno studio del 2006 dal titolo: “Dimensione e distanza percepite di oggetti visti attraverso le gambe: una prova della teoria propriocettiva”. In altre parole, si tratta di un lavoro che indaga il mistero per cui piegandosi in avanti e osservando il mondo alla rovescia attraverso le proprie gambe gli oggetti appaiano distorti o più lontani.

L’evento si è concluso, come di consueto, con l’augurio del maestro di cerimonia Mark Abrahams: “Se non avete vinto un IgNobel stanotte – o specialmente se lo avete vinto – avrete più fortuna l’anno prossimo”.

Via: Wired.it

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