Meningite: nessun allarme, ma la vaccinazione resta importante

Meningite
(Credits: Pixabay)
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Meningite. Una parola che fa (giustamente) paura. E che negli ultimi tempi è tornata a riempire le pagine dei giornali e i feed dei social media. C’è chi ha parlato addirittura di escalation della malattia in Italia, paventandone una (assurda) correlazione con l’immigrazione nel nostro paese.

In realtà lo scenario è meno grave di quel che sembri e “non c’è una situazione di allarme”, come ha ribadito Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive all’Istituto Superiore di Sanità. In particolare, dice ancora Rezza, in Italia si registrano in media 1000 infezioni di meningite ogni anno, il 10% delle quali si rivela mortale.

E i dati degli ultimi due anni sono generalmente in linea con questo andamento. Un’eccezione sembra essere rappresentata dalla situazione della Toscana, dove, stando ancora a Rezza, “c’è stato un aumento di casi per uno stesso ceppo virulento di meningococco C”, il che rende importante “seguire la situazione nella regione. Ma per il resto tutto rientra purtroppo nella normalità, ed a questo punto è più che mai importante mantenere alta la copertura vaccinale”.

I dati
Dello stesso parere è anche Michele Conversano, direttore del Dipartimento di Prevenzione all’Asl di Taranto e presidente dell’Associazione Happy Aging – Alleanza per l’invecchiamento attivo. “Al momento”, spiega a Wired, “stando agli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità, ci muoviamo in un range di normalità per quanto riguarda le infezioni da meningococco”. In particolare, il rapporto “Dati di sorveglianza delle malattie batteriche invasive aggiornati al 16 novembre 2016” svela che nel 2015 sono stati segnalati 196 casi di malattia invasiva da meningococco, con un’incidenza pari a 0,32 casi su 100mila; l’anno precedente era leggermente inferiore (0,27 su 100mila), ma, prosegue il rapporto, “nella maggior parte delle Regioni l’andamento è pressoché stabile o presenta piccole oscillazioni nel triennio 2011-2014, tranne in Toscana, dove sia i dati consolidati del 2015 che i dati preliminari 2016 mostrano un marcato aumento dei casi di meningococco di tipo C negli adulti, che ha portato la Regione a implementare una campagna straordinaria di vaccinazione”.

Un nome, tante infezioni
Per meningite si intende un’infiammazione acuta o cronica delle meningi, le membrane che rivestono il sistema nervoso centrale. A causarla, ci spiega ancora Conversano, sono diversi agenti patogeni: “Le forme più diffuse e contagiose sono quelle dovute al meningococco [il batterio Neisseria meningitidis, nda]. Ne esistono 5 ceppi diversi: C, A, Y, W, (il primo più diffuso in Italia, gli altri tre nei paesi anglosassoni), che colpisce soprattutto adolescenti e per cui è disponibile il vaccino tetravalente; B, che colpisce soprattutto i neonati e i bambini nei primi anni di vita e per cui è disponibile un vaccino”. L’infiammazione, però, può essere provocata anche da altri agenti: “Si può contrarre la meningite”, continua Conversano “anche a causa di batteri come lo pneumococco, l’Haemophilus influenzae o l’Escherichia coli. A differenza dei casi di infezione da meningococco, queste ultime non sono contagiose”.

Chi deve vaccinarsi. E quando
Il nuovo piano vaccinale, entrato nei Livelli elementari di assistenza (ma, fa notare Conversano, non ancora recepito da tutte le regioni), prevede la somministrazione del vaccino contro il meningococco B a 60 giorni di vita e del vaccino tetravalente (C-Y-W-A) a quindici mesi di vita, con un richiamo a 12 anni per aumentarne l’efficacia, soprattutto nei soggetti che hanno risposto meno all’immunizzazione. Il vaccino contro l’Haemophilus influenzae (batterio da non confondersi con il virus dell’influenza) è invece incluso nell’esavalente. Agli anziani (e alle fasce di popolazione a rischio) è consigliato inoltre vaccinarsi contro lo pneumococco e, se necessario, anche contro l’influenza: “Se il sistema immunitario è già debilitato da altre malattie, come per l’appunto l’influenza”, spiega ancora Conversano, “è più facile contrarre la meningite. Per questo è opportuno tenere la guardia altissima”.

Via: Wired.it

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