Sport, dieta e fumo: come tener fede ai buoni propositi di inizio anno

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GIANO era una delle più antiche divinità romane. Dio degli inizi, delle cose naturali quanto delle attività umane, e dei passaggi, rappresentato solitamente con due facce, una rivolta al passato una al futuro. Non caso a lui è dedicato il primo mese dell’anno (gennaio, da ianuarius), il mese in cui si ricomincia. Anche con i buoni propositi: mettersi a dieta dopo gli stravizi delle feste, cominciare ad andare il palestra, iniziare a correre, smettere di fumare, imparare finalmente una nuova lingua. L’agenda a gennaio è piena di buoni propositi: una sorta di tradizione, così consolidata da avere anche una sua pagina di Wikipedia. Tradizione che affonda le sue radici, si dice, almeno ai tempi degli antichi Romani, con le promesse di buona condotta che i cittadini rivolgevano proprio al dio Giano. Ma perché, ad ogni inizio anno, ritorna l’abitudine di fissare obiettivi positivi? E cos’è che ci impedisce o ci aiuta invece a centrare gli obiettivi?

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