Gli immigrati legalizzati delinquono meno

immigrati
(Credit: Gémes Sándor/SzomSzed)

In Italia la procedura di assegnazione di permessi di lavoro per stranieri extra-europei – spesso strumento di regolarizzazione di irregolari già presenti sul territorio – avviene in un giorno dell’anno, il cosiddetto “click day”. I permessi vengono assegnati in ordine temporale attraverso una procedura online, fino ad esaurimento quote. Incrociando i dati anagrafici dei richiedenti con i registri di criminalità nell’anno precedente e in quello successivo alla richiesta, Paolo Pinotti dell’Università Bocconi ha stabilito che esiste una correlazione statistica significativa tra riduzione del tasso di criminalità e ottenimento dello status legale. Tra gli immigrati legalizzati il tasso di criminalità si riduce infatti di 0.6 punti percentuali, su un tasso iniziale dell’1.1%, come racconta sulle pagine di American Economic Review.

Nel giorno del click day, il futuro datore di lavoro può garantire per lo straniero, compilando un formulario online e facendogli ottenere l’autorizzazione all’ingresso in Italia. In realtà, spesso le cose non vanno in questo modo: gli stranieri entrano in Italia irregolarmente, lavorano “in nero” per un certo periodo, sperando che il loro datore di lavoro li sponsorizzi per l’ottenimento di un permesso regolare.

Ogni anno il numero di permessi di lavoro è limitato e molto inferiore al numero di domande, trasformando di fatto il click day in una lotteria, in cui a vincere sono i più veloci. Nel 2007, ad esempio, i permessi disponibili erano 170000 e oltre 600000 sono state le domande pervenute, un numero molto vicino a quello stimato degli irregolari nel nostro paese. Ad esaurimento delle quote tutte le domande vengono automaticamente rigettate. Abbiamo chiesto a Paolo Pinotti di spiegarci qualcosa di più in materia, e come è nato il suo studio.

Prof. Pinotti, velocità e fortuna sono davvero l’unico criterio per aggiudicarsi un permesso di lavoro?
Nel click day l’ordine di arrivo delle domande è il solo fattore che ne determina l’accettazione, purché le domande siano complete, e non c’è modo di sapere in anticipo quando le quote verranno esaurite. Generalmente ciò accade molto rapidamente, anche entro mezz’ora dall’apertura del sito preposto. Di fatto la procedura è analoga ad una lotteria, come quelle per ottenimento delle Green card in USA, che però si basano su un sorteggio. Inoltre a volte problemi informatici possono interferire con la normale assegnazione”.

Come vengono stabilite e distribuite le quote tra le diverse regioni?
Le quote sono frutto di accordi tra stato e regioni: non sono proporzionali alla popolazione né riflettono il numero di immigrati nel territorio. Ad esempio nel 2007, a Napoli le quote sono esaurite in circa 10 minuti, a Milano dopo 30. Le quote sono piuttosto frutto di una contrattazione stato-regioni, basata su fattori diversi. In alcune regioni del Nord ad esempio imprenditori esercitano delle pressioni per ottenere un aumento delle quote, che consenta di provvedere ai bisogni delle industrie.”

Media e politici spesso associano l’aumento di crimini alla crescita dell’immigrazione. Il tasso di criminalità base nel campione da lei analizzato è di circa l’1%: come si rapporta il dato a livello europeo?
Innanzitutto vorrei precisare che questa percentuale si riferisce a reati gravi, come omicidi, rapine e stupri. Un confronto completamente consistente a livello europeo non è facile. Quello che posso dire è che dove il confronto diretto è possibile, si vede che il tasso di criminalità su tutti i reati, (inclusi quelli non gravi, si assesta a circa il 2% sia tra gli europei che tra gli immigrati regolari. I numeri sono ben più alti per gli immigrati irregolari ai quali, come scrivo anche nel mio articolo, sono imputabili l’80% dei crimini commessi da stranieri. Bisogna anche considerare il profilo di questi irregolari: generalmente maschi, giovani, senza famiglia, che per via del loro stato irregolare non possono integrarsi nel tessuto sociale ed economico. Per il mio studio, condotto grazie alla collaborazione del Ministero dell’Interno, ho suddiviso gli applicanti in due gruppi, per tipo di permesso di soggiorno: tipo A per colf e badanti sponsorizzati da individui e famiglie, e tipo B per lavoratori negli altri settori, sponsorizzati da compagnie. Ho così osservato che soprattutto nel primo gruppo che si registra dimezzamento nel numero di reati commessi, principalmente quelli che comportano un guadagno economico. Si potrebbe interpretare questo dato dicendo, per gli immigrati regolarizzati  ‘il crimine non paga’, e le opportunità di delinquere sono minori”.

Quali conclusioni si possono trarre dalla sua analisi?
I dati sembrerebbero suggerire che, almeno sul breve termine, la regolarizzazione potrebbe ridurre il tasso di criminalità. Sul lungo termine il discorso è più complesso: aumentare le quote o rimuoverle potrebbe incentivare l’immigrazione irregolare, con un impatto negativo sui tassi criminalità. Decidere quale sia la strategia migliore da seguire spetta alla politica, più che alla statistica”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here