Siria, Assad ha usato armi chimiche contro i ribelli?

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(Foto via Pixabay)

Più di 70 morti, molti dei quali bambini e donne, secondo le fonti ufficiali. Sono le vittime più recenti del conflitto siriano. Quello di ieri a Khan Sheikhun, città nella provincia Nord-occidentale di Idlib, non è stato, secondo la comunità internazionale, uno dei tanti attacchi, quelli cui ormai purtroppo siamo abituati. Per le Ong che lavorano sul campo, infatti, i segni sui corpi delle vittime – lesioni cutanee, perdita di controllo delle funzioni fisiologiche e sintomi di intossicazione – indicano che si è trattato di un raid aereo con l’utilizzo di armi chimiche ordinato dal regime di Assad.

In base alla classificazione delle Nazioni Unite sono da considerarsi armi chimiche tutti gli agenti con elevata tossicità rispetto ai sistemi biologici. Poiché si tratta di potenziali armi di distruzione di massa, la produzione e la conservazione di tali sostanze sono attività messe al bando dalla Convenzione sulle armi chimiche del 1993, a meno che non venga certificato il loro utilizzo per altri scopi (industriali, medici, di ricerca, etc).

Gli agenti chimici vengono classificati anche sulla base degli effetti che producono sugli organismi viventi. Ecco come.

I vescicanti come le mostarde (così chiamate per il loro caratteristico odore) sono gas che penetrano nella cute e vengono trasformati dall’organismo in sostanze tossiche che inducono dolorose lesioni cutanee, piaghe e vesciche e anche problemi respiratori. Il più noto è l’iprite, usato per la prima volta a Ypres, in Belgio, nel 1915 dall’esercito tedesco per indebolire gli avversari durante la Prima Guerra Mondiale.

I neurogas, o gas nervini, sono tra gli agenti chimici potenzialmente più letali. Hanno attività neurotossica sistemica, cioè agiscono sul sistema nervoso bloccandolo e provocando una serie di devastanti effetti sull’organismo: si assiste a un blocco della muscolatura volontaria e involontaria, il corpo viene scosso da violenti spasmi muscolari e conati di vomito, si suda e si perde completamente il controllo di funzioni come la defecazione o la salivazione. Il massimo esponente della categoria è il Sarin: un gas incolore, insapore, inodore, porta alla morte per soffocamento.

Gli asfissianti, per esempio il cloro, vengono considerate armi obsolete perché penetrano attraverso le sole vie respiratorie, quindi basterebbe una maschera antigas per bloccarne gli effetti. Eppure le conseguenze dell’inalazione sono il più delle volte letali. Queste sostanze infatti corrodono bronchi e polmoni dall’interno generando il blocco della respirazione e emorragie interne che portano a morte per soffocamento.

Nonostante non ci sia ancora la certezza, testimoni affermano alla Bbc che gli effetti sulle vittime sarebbero chiaramente imputabili all’utilizzo di Sarin.

Via: Wired.it

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