E se il segreto dell’umorismo fosse scritto nella meccanica quantistica?

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PERCHÉ alcune barzellette ci fanno sbellicare e altre ci lasciano impassibili? Come è possibile che il senso dell’umorismo vari così significativamente tra persona e persona? È una questione estremamente complessa, su cui la scienza – psicologia, sociologia, linguistica, semiologia – si interroga da tempo, senza averne ancora trovato il bandolo. L’ultimo contributo, in ordine di tempo, è arrivato da Liane Gabora, psicologa alla University of British Columbia, e Kirsty Kitto, matematica alla Queensland University of Technology: le due hanno appena proposto, sulle pagine della rivista Frontiers in Physics, una nuova “teoria dell’umorismo” che scomoda nientedimeno che la meccanica quantistica, la branca della fisica moderna che studia il comportamento e le interazioni delle particelle microscopiche, regolate da norme estremamente bizzarre e controintuitive. Come talvolta sono, per l’appunto, quelle che innescano la risata.

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