Scioglimento dei ghiacci: a rischio la banca dei semi

banca semi
(Credit: Frode Ramone via Wikipedia)
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(Credit: Frode Ramone via Wikipedia)

In un bunker sotterraneo c’è una banca che conserva tutti i semi del mondo. Un’arca di Noè per piante, destinata a preservare il patrimonio vegetale dell’umanità. Da disastri naturali, guerre, nonché dal tempo che passa. Si trova a Spitsbergen: un’isola dell’arcipelago delle Svalbard, in Norvegia, ed è protetto da una spessa porta d’acciaio progettata per resistere persino a una bomba atomica. Peccato, però, non abbia retto al disfacimento dei ghiacciai che circondano la zona. Un progressivo scioglimento dovuto al cambiamento climatico. Così l’acqua è riuscita a passare sotto l’uscio del bunker (qui, se volete, potete farci un giro), invadendo il tunnel d’ingresso che porta alle stanze interne. Anche se non ci sono stati danni ai semi, assicurano gli addetti ai lavori, quanto accaduto è l’ennesima dimostrazione del riscaldamento globale.

La causa va ricercata nell’anno con le temperature più alte mai registrate fino ad ora, con circa otto gradi sopra la media, che non ha risparmiato una zona che si trova a 1.300 chilometri dal Polo Nord. La pioggia, al posto delle abbondanti nevicate, ha fatto il resto e determinato le infiltrazioni nella banca delle sementi. Nulla di grave: “Per fortuna l’acqua non è arrivata al deposito – ha detto al Guardian Hege Njaa Aschim, del governo norvegese – il ghiaccio è stato rotto e i semi sono al sicuro alla temperatura necessaria a conservarli, cioè meno 18 gradi centigradi”.

Ma la vicenda – oltre a farci riflettere sul profondo impatto che stiamo avendo sul pianeta – ha sollevato dubbi sull’effettiva sicurezza del bunker progettato, in teoria, per essere una cassaforte in grado di proteggere la nostra biodiversità da qualunque evento avverso. Lo Svalbard Global Seed Vault, questo il nome della struttura, si estende per oltre 120 metri nel cuore di una montagna. Custodisce 500 milioni di semi di circa 930mila varietà diverse ed è stato inaugurato nel 2008, con il dichiarato obiettivo di tutelarli sia dai disastri naturali che da quelli determinati dall’essere umano. Ed eventualmente, poi, utilizzarli per ripristinare determinate colture. Che l’acqua riesca ad entrare nel bunker sembra quasi un paradosso.

Cary Fwoler, ex direttore del Fondo mondiale per la diversità delle colture e uno dei promotori dell’iniziativa, minimizza: “Ogni anno si verificano delle infiltrazioni nel tunnel che conduce al deposito”, ha spiegato a Popular Science. Nel peggior scenario possibile, l’acqua gelerebbe comunque prima di arrivare nelle stanze dei semi. Che, assicura Fwoler, rimarrebbero al sicuro anche “se tutto il ghiaccio del mondo dovesse sciogliersi”.

Riferimenti: Svalbard Global Seed Vault

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