Acqua potabile con gli intrappola-nebbia

(Alta Scuola Politecnica) – La crisi idrica è ormai una evidenza e la tecnologia che sta mettendo a punto un gruppo multidisciplinare di cinque studenti dell’ASP è concettualmente semplice ed economica: attraverso reti tessili approntate ad arte rispetto ai venti prevalenti è possibile intrappolare gli ammassi nebbiosi che si creano per sbalzi di temperatura e umidità raso terra, trasformare le gocce di rugiada attraverso le maglie di tessuti tesati come paratie verticali lungi i campi coltivati e ricavarne acqua potabile adatta all’irrigazione o intrappolare aria inquinata nelle aree urbane.

Gli intrappola-nebbia sono ben noti e utilizzati in Perù e Cile e sono oggetto di studio di differenti centri universitari nel mondo. Da qui nasce l’idea di WaLi da parte di un gruppo multidisciplinare di studenti e docenti dell’Alta Scuola Politecnica che ha proposto l’esplorazione di questi dispositivi tessili ancora oggi rudimentali, per ricavarne componenti architettonici innovativi, dalle molteplici applicazioni in ambito europeo, in stretta relazione sia con le peculiari condizioni climatico-ambientali del vecchio continente, sia con le necessità e i problemi del primo mondo.

Ora nella sua fase di progettazione e prototipazione sperimentale WaLi sta studiando elementi funzionali alla scala territoriale, dei quali si vuole valutare l’impatto sui paesaggi agricoli della Pianura Padana e di altre aree pianeggianti dell’entroterra, ma anche su paesaggi coltivati a terrazzamenti degradanti verso il mare.

WaLi, poi, punta alla realizzazione di sistemi di sedute urbane integrate con reti ombreggianti e pareti verdi da impiegarsi alla scala urbana così come nuove facciate tessili tridimensionali cattura-nebbia con funzione di supporto nella microfiltrazione dell’aria inquinata, con specifico riferimento alle aree metropolitane.

Attraverso workshop di progettazione multidisciplinari e con il coinvolgimento di esperti e di possibili portatori di interessi, i partecipanti hanno anche concorso per un finanziamento di ricerca europeo e stanno realizzando i primi prototipi con il supporto tecnico scientifico del laboratorio interdipartimentale di ricerca sui materiali tessili e polimerici Textiles Hub del Politecnico di Milano, coinvolgendo anche aziende manifatturiere del settore delle tensostrutture.

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