Hiv: nelle carceri serve più conoscenza sulla prevenzione

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NELLE carceri italiane l’Hiv non fa più paura. Ma per i motivi sbagliati: lo stigma nei confronti dei malati è diminuito, ma (almeno in parte) è perché ci si pensa sempre meno. Il virus e le sue reali modalità di trasmissione infatti sono ancora poco conosciuti, sia dai detenuti che dal personale carcerario. A fotografare la situazione è “Free to live well with Hiv in Prison”, una ricerca condotta dall’Università Ca’ Foscari in collaborazione con la Simpse (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria) e l’associazione Nps Italia Onlus, la prima ad aver indagato la situazione non solo negli istituti penitenziari tradizionali, ma anche nelle strutture minorili. I risultati, presentati oggi a Venezia, svelano criticità e false paure ancora troppo presenti, e aiutano a tracciare le linee di intervento per contrastare al meglio l’infezione.

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