Emicrania: troppo sodio nel liquido cerebrospinale

via Pixabay

Forte mal di testa, talvolta nausea e vomito, ma anche alterazioni visive: questi sono solo alcuni sintomi dell’emicrania, un disturbo caratterizzato da manifestazioni multiformi, a volte difficile da identificare con precisione proprio per la varietà di manifestazioni. Per definire meglio i confini dell’emicrania, distinguendola dalla cefalea, più nota come mal di testa, un gruppo di ricercatori ha approfondito la questione mediante uno studio con un particolare tipo di risonanza magnetica. Lo studio, presentato al meeting annuale della Radiological Society of North America a Chicago, rivela che chi soffre di emicrania ha maggiori concentrazioni di sodio nel liquido cerebrospinale, detto anche liquor, un fluido trasparente contenuto nel cervello e nel midollo spinale.

Intanto, questo disturbo è più “femminile”, dato che colpisce il 18% delle donne e il 6% degli uomini, numeri comunque rilevanti in entrambi i sessi. Ma nonostante i numeri, non sempre la diagnosi avviene in maniera rapida e precisa: anche per questa ragione il risultato odierno, se confermato, potrebbe agevolare il riconoscimento di questo disturbo. I sintomi più classici e noti, fra cui la cefalea ricorrente e unilaterale, sono accompagnati da manifestazioni particolari e molto fastidiose, ad esempio di tipo neurologico, che rientrano nell’emicrania con aura, quali alterazioni visive come annebbiamenti della vista, macchie visive, bagliori e visione deformata.

Per capire meglio cosa avviene, i ricercatori hanno selezionato un gruppo di 12 donne con emicrania, di età media di 34 anni, i cui sintomi sono stati valutati tramite questionari e una risonanza magnetica cerebrale che ha visualizzato le strutture cerebrali e la concentrazione del sodio nel liquor, un parametro importante da valutare in alcune patologie (ad esempio anche nella sclerosi multipla). I risultati sono stati poi confrontati con quelli di 12 donne non affette da questo disturbo, per capire quali fossero le differenze legate all’emicrania. I questionari includevano domande sulla durata, l’intensità e la frequenza degli attacchi di emicrania, nonché la presenza di aura.

In base ai risultati della risonanza magnetica, le concentrazioni di materia grigia e materia bianca, il cervelletto e il tronco encefalico, che regola il sistema nervoso centrale, sono le stesse in entrambi i gruppi di partecipanti allo studio, dunque le strutture cerebrali non manifestano alterazioni degne di nota. Tuttavia, sottolineano i ricercatori, la risonanza magnetica ha permesso di rilevare, tramite aree visualizzate in colore diverso, quantità di sodio nel liquor significativamente superiori nelle donne con emicrania. Il liquor è un fluido importantissimo, che riempie il sistema nervoso centrale fungendo da scudo protettivo per il cervello e per il midollo spinale, attutendo l’impatto dei traumi. Questo fluido contiene, anche se in misura minore rispetto al sangue, proteine, glucosio, sali, anticorpi, enzimi ed altri componenti.

Il risultato odierno mette in luce una possibile differenza nella composizione del liquor, un aumento di sodio, correlandolo con l’emicrania. Ed ora gli autori della ricerca intendono approfondire questo risultato, estendendo l’indagine ad un numero maggiore di pazienti e ripetendola possibilmente durante un attacco di emicrania o subito dopo. L’obiettivo è quello di comprendere meglio il legame fra sodio ed emicrania ed affinare sempre più gli strumenti diagnostici.

Riferimenti: Radiological Society of North America

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